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Un mare di debiti sommerge le imprese

da Redazione

Le imprese italiane stanno facendo i conti con un indebitamento che nel decennio 1999 – 2009, è raddoppiato. Un vero e proprio mare di debiti, insomma.

Le imprese italiane stanno facendo i conti con un indebitamento che nel decennio 1999 – 2009, è raddoppiato, raggiungendo un incremento del 93,6% ad un ritmo nettamente superiore a quello dell’inflazione, poiché nello stesso periodo la crescita dei prezzi è stata del 23%.
L’analisi è stata elaborata dall’ufficio studi della Cgia di Mestre, secondo cui la cifra totale dell’esposizione verso le banche è arrivata a quota 933 miliardi di euro. Vale a dire che, in media, ogni impresa italiana ha un debito verso le banche pari a 176.596 euro.
Osservando più nel dettaglio la mappa dei debiti aziendali, la provincia più esposta è quella di Milano che, da sola, espone un importo medio per azienda pari a 418.361 euro. Al secondo posto, sempre in Lombardia, segue Brescia (con 324.037 euro per azienda) e, al terzo s’insedia Siena (con 296.787 euro). Secondo la classifica, invece dei ritmi di crescita dei debiti, l’aumento più rilevante dell’ultimo decennio si è registrato nella provincia di Siena (con un +229,7%), seguita da Rimini (+191,8%) e da Grosseto (+156,9%).
Se dal 1999 al 2008 l’aumento dell’indebitamento è stato progressivo, con l’avvento della crisi economica e finanziaria si è registrata un’inversione di tendenza. Tra il 2008 e il 2009 l’esposizione delle imprese italiane è diminuita del 2% per effetto combinato della stretta creditizia praticata dalle banche e della riduzione delle richieste di prestito avanzate dalle aziende.
Le grandi imprese sono un capitolo a parte Sempre secondo lo studio della Cgia di Mestre, la quota d’investimenti realizzati nel settore immobiliare è stata superiore di circa 2 volte e mezzo (in valore assoluto pari a 237,58 miliardi) rispetto a quelli compiuti in macchinari e attrezzature varie (97,27 miliardi). Tra il 2000 e il marzo del 2009 i primi sono aumentati del 104,1% e i secondi solo del 13,4%, mentre l’inflazione, sempre nello stesso periodo di tempo, è aumentata del + 21,5%.
Le grandi imprese hanno preferito, in larga misura, l’investimento di natura speculativa, trascurando, invece, d’investire nell’innovazione di processo per migliorare la competitività e diventare, quindi, più concorrenziali sul mercato domestico ed internazionale.

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