Home NotizieSan Marino San Marino, 250 ieri sul Pianello per il sit-in organizzato dalla Csu

San Marino, 250 ieri sul Pianello per il sit-in organizzato dalla Csu

da Redazione

Almeno 250 pesone hanno preso parte ieri pomeriggio al sit-in di protesta sul Pianello organizzato dalla Centrale Sindacale Unitaria. Grandi e piccoli, bambini e anziani, lavoratori e pensionati per far sentire la propria voce ai sessanta Consiglieri riuniti a Palazzo Pubblico per la sessione di luglio del Consiglio Grande e Generale.

Almeno 250 pesone hanno preso parte ieri pomeriggio al sit-in di protesta sul Pianello organizzato dalla Centrale Sindacale Unitaria. Grandi e piccoli, bambini e anziani, lavoratori e pensionati per far sentire la propria voce ai sessanta Consiglieri riuniti a Palazzo Pubblico per la sessione di luglio del Consiglio Grande e Generale.
Al centro dei pensieri di tutti quanti la situazione delle relazioni con l’Italia, il Decreto Incentivi, il rischio concreto di perdere un’ulteriore fetta della propria economia.

La Centrale sindacale unitaria ha chiesto alla politica “un cambio di passo, idee e progetti per un nuovo sviluppo e riforme di equità per sanare i conti pubblici”. In particolare secondo Csdl e Cdls “va aperto un tavolo di confronto con le parti sociali per affrontare l’emergenza”, che rischia di aggravarsi in autunno, anche alla luce del fatto che diverse aziende hanno già abbandonato il Titano, “creando un frontalierato alla rovescia” e nuova disoccupazione.

Secondo la Csu, il Governo deve sanare il contenzioso con l’Italia introducendo “subito e unilateralmente lo scambio automatico di informazioni”. Il passo successivo invece è quello di puntare all’Europa. Serve dunque “un progetto di sviluppo che ridefinisca l’economia, indirizzandola verso la produzione di beni e servizi ad alto valore aggiunto, attirando nuovi investimenti produttivi che ridiano linfa al sistema economico sammarinese”.
E poi, ovviamente, il sindacato ha puntato il dito sulla manovra economica e sui tagli paventati. La Csu difende a spada tratta i precari della Pa e i frontalieri e boccia il paventato blocco dei contratti: “La strada per risollevare le risorse pubbliche e rilanciare lo sviluppo è quella dell’equità, e non la riduzione delle condizioni contrattuali, economiche e normative dei lavoratori”. Occorre una “riforma fiscale che accerti tutti i redditi”, unitamente al completamento “della riforma del catasto per accertare e tassare adeguatamente tutti i patrimoni immobiliari. A partire dai novemila appartamenti sfitti”.

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