Un’evasione fiscale internazionale (con San Marino e il Liechtenstein) da 15 milioni di euro è stata scoperta dal Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Pesaro. Al centro della frode, un’azienda metalmeccanica pesarese e una società commerciale dell’entroterra. Sul Titano passavano false fatture pubblicitarie tramite una società controllata.
Un’evasione fiscale internazionale da 15 milioni di euro è stata scoperta dal Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Pesaro. Al centro della frode, un’azienda metalmeccanica pesarese e una società commerciale dell’entroterra. Una delle due imprese aveva ridotto il proprio reddito attraverso l’aumento fittizio dei costi e una diminuzione dei ricavi. Acquistava beni da una società di San Marino sua controllata, a un prezzo notevolmente superiore a quello di mercato e, con lo stratagemma del transfer price, li rivendeva alla società sammarinese con forti sconti. Due i sistemi per evadere le tasse escogitati dalla seconda azienda: trasferiva i propri redditi a una società estera del Liechtenstein (che resta uno dei ‘paradisi fiscali’ più gettonati), utilizzando la maggiorazione delle spese per provvigioni da parte dell’azienda extracomunitaria, ma, naturalmente, la società del Liechtenstein era controllata da complici del gruppo pesarese. Inoltre emetteva false fatture pubblicitarie, ”pagate” presso istituti bancari della Repubblica di San Marino.
Con questi stratagemmi, le aziende sotto inchiesta ottenevano risparmi d’imposta illegittimi, e alimentavano due fondi neri costituiti all’estero. Oltre alle sanzioni di carattere amministrativo, per i due amministratori delle imprese è scattata una denuncia alla procura della Repubblica. L’accusa: aver reso al fisco dichiarazioni fraudolente, un reato punito con la reclusione fino a sei anni.