Le famiglie italiane costrette a risparmiare su tutto, anche sulla spesa alimentare. E la Cia-Confederazione italiana agricoltori mette in evidenza le gravi difficoltà che incontrano gli italiani per ”comporre” il menu quotidiano. Almeno 2 su 5 sono costrette a tagliare la spesa, 1 su 10 evita bar e ristoranti e 3 su 10 comprano solo in promozione.
Le famiglie italiane costrette a risparmiare su tutto, anche sulla spesa alimentare. E la Cia-Confederazione italiana agricoltori mette in evidenza le gravi difficoltà che incontrano gli italiani per ”comporre” il menu quotidiano. Due famiglie su cinque costrette a ”tagliare” la spesa alimentare, tre su dieci comprano soltanto ”promozioni”, sempre più frequenti nella nostra catena distributiva; sei su dieci cambiano menu; una su dieci rinuncia a pranzi e cene fuori dalle mura domestiche (ristoranti, trattorie, tavole calde, fast food, pizzerie). Lo evidenzia l’organizzazione agricola in occasione della presentazione del Rapporto Istat sulla povertà, anticipando i risultati di un’indagine sui consumi che verrà presentata nelle prossime settimane. “Sono dati che dimostrano – afferma la Cia – le gravi difficoltà economiche delle famiglie che si impoveriscono sempre di più. Sta di fatto che nel 2009 è diminuita del 3 per cento rispetto all’anno precedente la spesa media per generi alimentari e bevande (461 euro al mese). In particolare calano gli acquisti di pane e cereali, di carne, di oli e grassi, di frutta e ortaggi, di zucchero, di caffè. Una tendenza negativa che si riscontra anche dalle stime preliminari del primo semestre 2010. Solo nel mese di aprile si è avuta una flessione dei consumi pari al 2 per cento".
La spesa mensile per generi alimentari e bevande rappresenta, in media, il 18,9 per cento di quella totale (il 16,4 per cento tra le famiglie del Nord, il 24,4 per cento nel Mezzogiorno). La crisi economica ha, comunque, spinto il 10,4 per cento delle famiglie – avverte la Cia – ad acquistare generi alimentari presso gli hard-discount, percentuale in netta crescita tra le regioni del Centro (dal 9,8 al 10,5 per cento).