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Per l’Italia si apre la questione sammarinese

da Redazione

La via della trasparenza e della collaborazione è la via maestra, ma Roma deve riaprire i tavoli delle trattative, firmare gli accordi contro le doppie imposizioni fiscali, altrimenti l’economia sammarinese sarà destinata ad un’economia da embargo. Ieri il Governo di San Marino ha fatto sentire le proprie ragioni a Roma, in un’affollata conferenza stampa. All’Italia rivolta l’accusa di uno stallo ingiustificato della trattativa.

La via della trasparenza e della collaborazione è la via maestra, ma Roma deve riaprire i tavoli delle trattative, firmare gli accordi contro le doppie imposizioni fiscali, altrimenti l’economia sammarinese sarà destinata ad un’economia da embargo. Affollata conferenza stampa ieri mattina a Roma all’hotel Nazionale in Piazza Montecitorio dei Segretari di stato degli Affari esteri Antonella Mularoni, delle Finanze, Pasquale Valentini, dell’Industria Marco Arzilli, e del Turismo e alla Programmazione economica Fabio Berardi.
”L’Italia -ha detto Mularoni- dopo aver sottoscritto nel 2009 intese importanti con San Marino in ambito di cooperazione economica e finanziaria si è irrigidita sulla firma del Protocollo di modifica dell’Accordo contro le doppie imposizioni fiscali, su modello Ocse, già preparato dai tecnici e fermo da oltre un anno e, attraverso il varo del decreto incentivi, ha unilateralmente superato gli accordi vigenti fra i due Paesi”. Mularoni ha ricordato che, oltre all’Accordo sulle doppie imposizioni, sul tavolo rimane aperta anche "la proposta in materia di trasparenza bancaria, lo scambio automatico delle informazioni bancarie. Noi abbiamo fatto le nostre proposte, aspettiamo le controproposte italiane".

Ma non solo. La delegazione governativa sammarinese ha sottolineato che ”oltre a tutto questo persiste da parte italiana un imbarazzante silenzio sulla richiesta sammarinese, inoltrata da tempo per le vie diplomatiche, di un incontro chiarificatore fra i due governi”.

”E’ un momento di stallo inspiegabile -ha affermato il ministro Valentini- nelle relazioni tra Italia e San Marino. Crediamo che il nostro governo abbia fatto molto sul fronte della trasparenza e siamo disponibili a continuare su questa strada nei rapporti con l’Italia”. Non è, hanno quindi sottolineato Mularoni, Valentini e Arzilli, un attacco al ministero dell’Economia italiano: ”Noi abbiamo il dovere di rapportarci con il governo italiano, se ci sono problemi all’interno del governo italiano, noi non vogliamo entrarci”
Valentini ha toccato anche il tema dello scudo fiscale. "Nonostante questa emorragia il nostro sistema ha retto, dimostrando così di essere basato su solidi capitali". Il responsabile delle Finanze del Titano, inoltre, ha sottolineato che "quasi certamente questa fetta di mercato non rientrerà, sarà quindi il nostro sistema a doversi riassestare puntando a servizi di maggiore eccellenza. Nel nostro sistema comunque sono ancora delle risorse importanti".

Decreto incentivi.
Si "vuole creare una sorta di embargo commerciale nei confronti di San Marino con il decreto incentivi varato dal Governo italiano che impone una comunicazione periodica al fisco per le aziende che operano con il Titano", ha offermato il Segretario di Stato per gli Affari Esteri Mularoni, mentre per il responsabile all’Industria, Marco Arzilli, "questo decreto incentivi produrrà difficoltà a all’economia sana e reale del Titano".
Mularoni, che non si e’ sottratta ad alcuna domanda sulle rogatorie sui conti all’estero nell’ambito delle indagini in questione ha quindi ribadito "la massima collaborazione con il governo italiano su questo fronte". Piena collaborazione "per combattere reati e frodi" e’ stata sottolineata e garantita anche da parte di Pasquale Valentini. Il Titano, ha aggiunto, "si è dato con grande rapidità strumenti per vigilare e combattere reati e frodi. Non abbiamo intenzione di essere conniventi con queste realtà". Quindi Mularoni ha anche precisato che proprio per "venire incontro alle richieste italiane, abbiamo da poco approvato la diminuzione di un grado di giudizio e lo sfoltimento degli oneri di notifica nei procedimenti sulle frodi fiscali e bancarie". "Abbiamo sempre dato la nostra pronta disponibilità anche in materia giudiziaria mentre, viceversa, -ha rimarcato Mularoni- quando siamo stati noi a chiedere la collaborazione della giustizia italiana la risposta e’ stata ben più lenta".
 

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