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Il Sudafrica è pronto per giocare il suo mondiale

da Redazione

La massima rassegna calcistica in corso di svolgimento in Sudafrica rappresenta un’occasione straordinaria per il rilancio economico del Paese arcobaleno. Gli investimenti e l’indotto permettono di snocciolare grandi numeri: si calcolano introiti complessivi per 8 miliardi di euro. Analisi approfondita di una nazione che non vuole essere più ricordata solo per l’Apartheid, ma che sconta ancora problemi importanti.

A che punto è la nazione arcobaleno? Al punto giusto sembra, anche se l’assalto e la ressa domenica scorsa per un’amichevole Nigeria – Corea in un piccolo stadio che non fa parte del circuito del Mondiale di Calcio 2010, vicino a Tembisa, la terza bidonville sudafricana, ha avuto il sapore amarissimo di un incubo.
Non poteva iniziare con una strage il primo mondiale africano. Biglietti gratuiti, stadio precario, dodicimila posti soltanto, e tutta Tembisa, un milione di persone, che voleva entrare, sono stati i detonatori di un massacro scampato per caso. Come quello l’anno scorso nello stadio di Abidjan: 22 morti schiacciati, calpestati, per la gara di qualificazione tra Costa d’Avorio e Malawi. Solo 20 feriti, per fortuna e la Fifa che urla “non c’entriamo”, rimangono comunque un boccone difficile da digerire.
A che punto è il Sudafrica?
In pochissimi nel 2004 credevano che il Paese di Nelson Mandela ce l’avrebbe fatta. Invece, a parte qualche piccola opera infrastrutturale le dieci strutture che ospiteranno il Mondiale sono pronte.
L’11 giugno lo stadio Soccer City di Soweto, il quartiere simbolo della capitale sudafricana Johannesburg, dove ancora vive l’ex moglie di Nelson Mandela, ha ospitato la partita inaugurale. Anche grandi giornali economici internazionali come l’Economist si congratulano per lo sforzo fatto dal Paese. Nel corso degli ultimi quattro anni lo stato si è dato molto da fare per preparare i mondiali e bloccare la frana dello scetticismo sul presunto fallimento della macchina organizzativa. Aeroporti nuovi o rinnovati, centinaia di chilometri di nuove autostrade e vie cittadine, e il primo treno ad alta velocità del continente, faranno bene al Sudafrica per i prossimi anni e non solo per il Mondiale.
Il traino dell’evento sportivo più importante del mondo è stato considerevole. Gli investimenti da miliardi di dollari per preparare l’evento sportivo hanno infatti attirato numerose compagnie private, banche e società finanziarie.
Il Sudafrica, d’altronde era già la più importante economia dell’Africa, la 24esima del mondo, e il paese realizza da solo il 40% circa del prodotto interno lordo dell’intera area sub sahariana. E’ l’unico stato africano a essere membro del G20; ha anche un seggio, biennale, presso il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. La crisi economica non ha colpito più di tanto il Sudafrica, che come altri paesi del continente può fare affidamento su una economia resa stabile dalle grandi risorse minerarie. La diciannovesima edizione della manifestazione può essere anche l’occasione per una possibile, anche se improbabile in tempi brevi, pacificazione della violenza endemica che attraversa il Paese. Il quale è devastato dalla corruzione e dal più alto tasso di disoccupazione del mondo: un sudafricano su tre non lavora. Il 40% della popolazione vive ancora con meno di due dollari al giorno. Uno su otto è sieropositivo. Gli ospedali pubblici sono definiti “trappole mortali” dallo stesso ministro della Salute. L’80% delle scuole è ritenuto inadeguato. Altissima è la diffusione di abuso di droghe e alcool che provocano una violenza verso le donne senza eguali al mondo: una ogni sei ore viene uccisa, una ogni 26 secondi viene stuprata. Ma l’impressione, nel-l’80 per cento degli omicidi la vittima e l’assassino si conoscevano, è che i delitti avvengano all’interno di un contesto sociale che non costituisce una minaccia diretta agli stranieri, e quindi per i tifosi. Nel 2009 solo 139 degli 870 mila britannici che hanno visitato il Sudafrica hanno avuto bisogno di assistenza consolare, contro 5.500 in Spagna e 2 mila in Francia. Sembra che sia stato più il prezzo dei voli per Johannesburg e Città del Capo (destinazioni prive di soluzioni low cost) e gli effetti della crisi economica europea a ridurre drasticamente le prenotazioni da parte dei supporter tedeschi e inglesi che non la paura di essere rapinati.
La Fifa ha decurtato da 500 mila a 250 mila il numero dei tifosi in arrivo dall’estero previsti, mentre le autorità locali si sono attestate sulla cifra di 373 mila.
E il terrorismo? A Johannesburg pregano che gli Stati Uniti escano al primo turno. Più gli Stati Uniti andranno avanti nel torneo, più probabile sarà una visita lampo di Barack Obama. Che richiederebbe uno sforzo operativo pari a quello che sarà fatto per tutti gli altri 43 capi di Stato messi insieme. Gli agenti in uniforme che verranno impiegati durante i Mondiali saranno 44.000 più altri 55.000 supplementari.

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