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Sanità  pro-capite Titano batte Italia

da Redazione

San Marino Fixing, oggi in edicola, ha “spulciato” il bilancio dell’ISS. E ha scoperto cose interessanti. La prima è un luogo comune che viene a cadere, e lo diciamo con un sospiro di sollievo: il costo pro-capite dell’intervento pubblico per la sanità è più basso a San Marino che in Italia. È strano pensando alla diseconomia di scala in un Paese così piccolo, ma i numeri parlano chiaro: 1.707 euro annui contro 1.787. San Marino abbondantemente meglio anche dell’Emilia-Romagna. E gli spunti di interesse non finiscono qui. All’interno alcune anticipazioni del servizio.

Di Loris Pironi

 

Innanzitutto smantelliamo un luogo comune legato alla sanità pubblica sammarinese: non è vero che la spesa sanitaria dello Stato, in proporzione al numero di abitanti, sia più alta (molto più alta come si può pensare, in un’economia di scala come quella sammarinese) rispetto all’Italia. Al contrario, la spesa pro capite di finanziamento pubblico sammarinese è più bassa della media italiana, di quella dell’Emilia-Romagna e della maggior parte delle regioni italiane. San Marino spende per ciascun abitante infatti 1.707 euro: la media italiana è di 1.787 euro, il dato dell’Emilia-Romagna è di 1.868, quello delle Marche, l’altra regione limitrofa, è identico al Titano (1.707 euro) e diverse altre regioni italiane superano o sfiorano quota 2.000 euro pro capite. Lo si evince dalla relazione al Bilancio per l’Istituto per la Sicurezza Sociale Anno 2009, ancora fresca di stampa.
E se la cifra complessiva di 304.601.495 milioni di euro ammonta a quasi metà del Bilancio dello Stato (la Previsione 2010 è di 663 milioni e 915 mila euro), va rimarcato che la parte più consistente, decisamente più consistente, si riferisce alle pensioni. Da solo, infatti, il settore previdenziale incide, infatti, per il 73% (nello specifico 220 milioni e 857 mila euro) contro il 27% (83 milioni e 743 mila euro) del settore assistenziale. A sua volta, l’assistenza sanitaria pesa sul bilancio dell’Iss per l’84% rispetto a quella socio sanitaria (70 milioni e 139 mila euro contro 13 milioni e 604 mila).
Per la sanità pubblica, “Il 2009 è andato piuttosto bene” spiega Davide Petrini, Direttore amministrativo dell’ISS. “Abbiamo conseguito un buon risultato generale, siamo rimasti nelle previsioni di spesa per il settore sanitario e socio sanitario. Anche per quanto riguarda le pensioni non ci sono state flessioni tali da comportare squilibri per il sistema previdenziale. La nota negativa è costituita dalla Cassa Integrazione Guadagni, che ha visto un incremento di uscite che ha portato ad uno squilibrio di circa 6 milioni di euro, che l’ISS è riuscita tuttavia a gestire grazie agli accantonamenti degli anni passati, senza andare a gravare sul Bilancio dello Stato”.
In effetti, Fixing lo ha anticipato già alcuni mesi fa, il ricorso alla CIG ha costretto ad attingere in maniera considerevole alla Cassa di Compensazione, per ripianare il disavanzo: un problema, questo, che farà sicuramente sentire il proprio peso anche sull’esercizio 2010.
Tornando a spulciare i dati macroscopici dell’Istituto, va rimarcato che la situazione patrimoniale è rimasta sostanzialmente invariata grazie all’equilibrio rispetto agli stanziamenti previsti. I ricavi della gestione ordinaria sono cresciuti, 283 milioni e 090 mila euro (incremento del 4,68% rispetto all’anno precedente), ma è salita anche la cifra riguardante i costi della gestione ordinaria (+3,70% rispetto al 2008, 298.310 milioni). A incidere sulle spese, è principalmente la voce relativa al personale, che grava per un 52,52% sul totale, un dato obbligato, in quanto l’ISS deve rispondere alla necessità di garantire servizi qualitativamente adeguati ad un numero di assistiti, fra l’alto in costante aumento.
L’assistenza socio-sanitaria ha fatto registrare nel 2009 costi di gestione pari a 13.604.123 euro, con un incremento del 4,16. Un aumento legato strettamente all’invecchiamento della popolazione, o più precisamente all’aumento della percentuale di anziani sulla popolazione totale, e ai servizi offerti: in questo settore s’inseriscono, infatti, servizi importanti come il Servizio Anziani appunto, il Servizio Minori, il Servizio Salute Mentale e il Servizio Domiciliare Territoriale.
L’assistenza sanitaria invece incide sul bilancio dell’ISS per circa 70 milioni e 139 mila euro (+6,50% sull’esercizio precedente) e offre uno spunto interessante: il +15,72% dei ricavi da prestazioni. In termini assoluti si tratta di una cifra non clamorosa (un incremento di 445 mila euro che porta il totale a 3 milioni e 278 mila euro), ma è indicativo del cambio di rotta effettuato dalla sanità pubblica sammarinese, premiato dai cittadini del Titano che sono tornati ad avere fiducia nelle prestazioni offerte dal proprio ospedale e anche da un numero sempre crescente di pazienti delle regioni limitrofe. “Nell’ultimo anno si è registrato un incremento di ricoveri del 6,13% – spiega ancora il Direttore Petrini – ed è un bel segnale: significa che i sammarinesi non vanno più a curarsi in Italia e all’estero. Il vero problema, casomai, è la mancanza di posti letto. Investire in sanità può essere un volano per diversi settori: inoltre, più i medici lavorano più diventano bravi, e quindi possono offrire un’assistenza migliore ai nostri cittadini diventando oltretutto una risorsa per lo Stato”.
Infine un capitolo importante è rappresentato dallo sviluppo della libera professione, che a San Marino è appena agli albori. “Ci crediamo molto in questa prospettiva: con la libera professione si possono attirare a San Marino professionisti di altissimo livello, con tutto ciò che ne consegue. Ma attenzione a non trascurar un dettaglio importante: il vincolo principale per la libera professione è che non si può fare con gli assistiti ISS, e questo è un presupposto fondamentale per far sviluppare, senza distorsioni, questa nuova opportunità”.
 

 

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