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San Marino vs Italia Ora è guerra aperta

da Redazione

Dopo la fase dell’autocritica e della presa di coscienza c’è stata quella del lavoro, per ritornare sui propri passi. Quindi la “punizione”, nel senso di gogna mediatica, attacchi più o meno ingiustificati e pretese sempre più pressanti. E ora è arrivata la fase del “quando è troppo è troppo”: Tremonti chiede a San Marino anche quello che non ha il diritto di chiedere, l’embargo di fatto viola gli accordi internazionali. Così il Titano fa partire un contenzioso con l’Italia: insomma, siamo alla guerra aperta.

Prima la Repubblica di San Marino ha compreso gli errori del passato: una presa di coscienza indispensabile e oltretutto doverosa. Quindi si è messa all’opera con buona volontà e con gli inevitabili limiti che porta con sé un paese di 30 mila abitanti, ingenuità compresa. Per un po’ ha subito la pressione mediatica, gli attacchi più o meno ingiustificati, le continue e sempre più pressanti pretese del Ministro Tremonti. E oggi, infine, è giunto il momento di dire basta: l’Italia ha passato il segno, col Decreto Incentivi e l’embargo conseguente ha violato gli accordi internazionali ed è iniziato un “contenzioso” formale, che sarà seguito da altre forme di protesta e di mobilitazione. È guerra aperta, insomma.
A prendere la decisione è il Congresso di Stato, che nella riunione di ieri ha deciso che il tempo di subire le angherie di Giulio Kaiser Tremonti è finito, che se gli organismi internazionali hanno riconosciuto quanto fatto dal Titano in direzione della trasparenza dell’antiriciclaggio e quant’altro (vedi l’uscita ufficiale dalla lista grigia dell’Ocse comunicata proprio nei giorni scorsi), Roma non può continuare bellamente a far finta di niente. Che se è stata inviata una nota ufficiale al Ministero delle Finanze per un incontro politico bilaterale, la non risposta di Giulio Tremonti non è pura e semplice maleducazione, ma un atto che va in contrasto con quello che richiede la diplomazia tra due Stati “amici” non solo per definizione ma anche perché così riportano i trattati ratificati dai rispettivi parlamenti.
Così la Repubblica di San Marino ha deciso – finalmente, aggiungiamo noi – di alzare la voce. Il Congresso di Stato ha deciso di far partire una nota ufficiale di protesta contro il Decreto Incentivi, di convocare una conferenza stampa, a Roma, per fare opera di controinformazione, dato che quanto detto (in tv) e scritto (su tutti i giornali, dal Sole 24-Ore al Corriere della Sera) è quanto meno incompleto, se non talvolta tendenzioso. E soprattutto San Marino ha deciso di aprire un contenzioso, per contrastare “l’embargo di fatto”, come l’hanno definito in conferenza stampa i Segretari di Stato Marco Arzilli (Industria) e Fabio Berardi (Turismo) messo in atto da Tremonti & co.
Va aggiunto che nella riunione di ieri dell’Esecutivo si è ragionato anche su misure per contenere i costi e, soprattutto, gli sprechi. Tra le misure previste un intervento sulla monofase per giungere alla riduzione dei prezzi, il potenziamento della San Marino Card (che deve diventare a tutti gli effetti il “borsellino elettronico della Repubblica”, come hanno sottolineato i Segretari di Stato) e interventi sul settore immobiliare, con la possibilità di facilitare le intestazioni di immobili per residenti, che ora devono attendere anche anni.

 

LE DICHIARAZIONI DEI SEGRETARI DI STATO
Fabio Berardi sostiene invece che per potenziare l’economia non si deve pensare soltanto all’Italia, ma anche agli altri Stati. Ecco perché è allo studio un paniere di prodotti del turismo da offrire a prezzi vantaggiosi, per tornare ad essere la Repubblica della convenienza.
Dunque una serie di “interventi straordinari e temporanei”, in risposta anche a quanto fatto dall’Italia, che potrebbero riguardare pure il settore energetico, con la realizzazione di centrali di cogenerazione per l’ospedale e le scuole. E intanto, conclude Berardi, “si ragiona anche sui giochi in accordo con l’Ente di stato e la Giochi del Titano”.
Capitolo black list. Per il Segretario all’Industria Marco Arzilli è una scelta “unilaterale dell’Italia”. In sinergia con la Camera di commercio, verrà effettuato un attento monitoraggio delle esigenze e dei problemi delle imprese, per “avere il polso della situazione".
Arzilli continua a sostenere che San Marino ha imboccato la strada della trasparenza e che vuole dimostrarlo nei fatti. A chi critica chi definisce insufficiente il pacchetto trasparenza, e in particolare la legge che abolisce le società anonime perché non ha abrogato anche i mandati fiduciari, risponde con una domanda: “Esistono anche in Italia, perché loro non li eliminano?” E ribadisce, infine, la vocazione del Titano di diventare un "sistema codificato a livello internazionale”.
 

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