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La Mezzaluna Rossa iraniana invia due navi di aiuti a Gaza

da Redazione

La Mezzaluna Rossa iraniana, l’equivalente musulmano della Croce Rossa, invierà due navi di aiuti umanitari a Gaza, verosimilmente tentando di forzare il blocco israeliano. E i guardiani della Rivoluzione, le forze d’elite del regime di Teheran, hanno proposto di scortare le navi umanitarie. Nuove fortissime tensioni in vista, dunque, tra Iran e Israele: basta una scintilla per far esplodere la polveriera.

La Mezzaluna rossa iraniana – l’equivalente musulmano della Croce Rossa – ha deciso di inviare questa settimana due imbarcazioni di aiuti umanitari a Gaza. Lo ha reso noto l’agenzia di stampa Irna, citando il direttore della Mezzaluna rossa Abdolrauf Adibzadeh. "Una nave porterà donazioni per la popolazione, mentre sull’altra ci saranno i volontari. Le due imbarcazioni saranno inviate a Gaza alla fine di questa settimana”, ha detto Adibzadeh, spiegando che “i volontari che volessero andare a Gaza per aiutare il popolo oppresso della Palestina occupata possono registrarsi sul sito della Mezzaluna Rossa”. La decisione è stata presa nella tarda serata di ieri dopo un incontro al ministero degli Esteri, ha aggiunto.
L’organizzazione, nel 2008, aveva già tentato di inviare due cargo di aiuti a Gaza, ma la marina israeliana aveva impedito alle imbarcazioni di raggiungere il territorio.
Ieri i Guardiani della rivoluzione, la forza d’elite del regime iraniano, tramite Ali Shirazi, che rappresenta la guida suprema in seno ai Pasdaran, hanno espresso la loro disponibilità a scortare le navi umanitarie dirette verso la Striscia di Gaza, se l’ayatollah Ali Khamenei darà l’ordine. Una situazione che non può che ingenerare ulteriore tensione tra Iran e Israele, come se lo scenario non fosse sin troppo complicato.

 A GAZA IMPENNATA DI VIOLENZA: BATTAGLIA IN MARE E RAID AEREO, MORTI E FERITI
Una impennata di violenza intanto si è registrata oggi nella striscia di Gaza, in seguito alla uccisione in mare di alcuni uomini rana palestinesi e ad un attacco aereo condotto dall’aviazione israeliana nel nord della striscia contro lanciatori di razzi. Il bilancio provvisorio di questi scontri – che giungono mentre nella Regione resta alta la tensione per il cruento blitz israeliano sulla nave turca Marmara – è di quattro palestinesi morti, due dispersi e due feriti, uno dei quali versa in condizioni gravi. Da parte israeliana non si segnalano perdite. L’episodio più grave è avvenuto nelle acque di Gaza, di fronte al campo profughi di Nusseirat, dove un commando della marina militare israeliana ha intercettato un’imbarcazione dove si trovavano – secondo fonti militari israeliani – uomini rana palestinesi armati (e forse anche in possesso di esplosivo) mentre ”si accingevano a compiere un grave attentato in Israele”. Quattro uomini rana palestinesi sono rimasti uccisi in questo incidente (Fayez al-Firi, Muhammed Qweidar, Ibrahim Wahidi e Hammed Thabet), altri due risultano essere dispersi in mare, mentre una persona che pure si trovava a bordo è stata tratta in salvo. A Gaza un portavoce delle Brigate dei martiri di al-Aqsa (al Fatah) ha affermato che i suoi uomini sono stati protagonisti dello scontro a fuoco ”che è stato del tutto inaspettato, perché si stavano solo addestrando”. Ma la composizione delle Brigate al-Aqsa a Gaza è molto frastagliata e contraddittoria, e altri portavoce hanno detto che l’organizzazione è estranea alla vicenda. Hamas, da parte sua, ha sostenuto che gli uccisi erano semplici pescatori. Intanto un velivolo dell’aviazione israeliana ha compiuto un attacco nel nord della striscia di Gaza, nella zona di Jabalya, ferendo due persone. Fonti militari a Tel Aviv affermano che l’obiettivo dell’attacco erano alcuni miliziani in procinto di lanciare razzi contro Israele. Fonti locali replicano che uno dei feriti è effettivamente un miliziano, mentre l’altro è un manovale.

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