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Frammenti d’autore: la mostra di Riccardo Geminiani a San Marino

da Redazione

Gabriele Geminiani, figura outsider, anche per la sua formazione, né fotografo né artista nel senso comune del termine, espone le sue opere insieme a Josè Beeme a San Marino. L’esposizione s’intitola “Estratti di tempo. Frammenti di un canzoniere infinito” e resterà aperta sino al 12 giugno, alla Torre della porta del Paese.Una mostra da non perdere.

Di Saverio Mercadante

 

“Il rapporto con i piccoli editori è un rapporto speciale che ha punteggiato la mia attività artistica di questi ultimi anni. E questa mostra a San Marino ne è un’ulteriore conferma”.
Sono le parole di Gabriele Geminiani a commento dell’esposizione “Estratti di tempo. Frammenti di un canzoniere infinito”, inaugurata il 28 maggio scorso, e firmata insieme a Josè Beeme, per l’appunto piccolo editore e poeta spagnolo. La sede è di grande fascino e inaspettata: la magnifica, intima saletta collocata dentro la Torre della porta del Paese.
“Ho sempre amato cercare sedi particolari per le mie mostre. Ex luoghi come li definisco io: il Molino di Canepa, l’ex Chiesetta di Sant’Anna, l’ex lavatoio di Morciano”.
Ma torniamo al rapporto privilegiato con il mondo della editoria.
“Gli incontri con questi grandi piccoli editori d’arte di Ravenna, Milano, Osnago, che lavorano con talento e raffinatezza, sono in qualche modo casuali. E’ il passaparola che ci fa incontrare: qualcuno ha visto le mie cose, oppure se ne è parlato con amici comuni, e mi chiamano. Poi possono nascere iniziative di grande interesse, come questa”, spiega l’artista romagnolo. La mostra è un viaggio tra le “operette”, come le definisce lo stesso Geminiani: piccoli assemblaggi su carta, utilizzando frammenti ed oggettini ritrovati. Il principio è quello della frammentazione, o meglio dei frammenti, oggetti rifiutati, emarginati, riportati a una nuova vita nella dimensione artistica, nell’assemblaggio che si costruisce sulla forza della poesia. Le “operette” di Geminiani sono accompagnate da libri d’artista appesi e aperti su due facciate. Li attraversano i testi brevi, surreali, in prosa del poeta spagnolo. “Prima sono nate le mie opere, poi sono arrivati i testi di Josè Beeme”, spiega Geminiani.
Il trait d’union artistico-linguistico di questa operazione è insomma il frammento inteso come scoria fisica e letteraria.
Gabriele Geminiani, figura outsider, anche per la sua formazione, né fotografo né artista nel senso comune del termine, attratto dalla sottile “mistica” del naturalista di vecchio stampo da anni va raccogliendo cose abbandonate, indugiando sull’aspetto psicologico che esse sanno evocare. Cerca di fare sopravvivere i rifiuti e strapparli alla morte cui sono destinati dando loro, nella logica del frammento recuperato, una nuova dignità, caricandoli di enfasi poetica, indugiando sui loro rimandi emotivi. Riflettere sull’uso estetico degli oggetti di scarto come ha fatto Gabriele Geminiani, creando attraverso gli accostamenti materiali (i piccoli altari delle cose perdute) e la loro ripresa fotografica (la serie delle ‘Leggende del piccolo mare’) significa anche avvicinarsi ad uno dei grandi temi dell’arte del Novecento. Perché il rifiuto, la spazzatura, il tradimento ecologico sono una costante del nostro secolo e dell’arte degli ultimi cento anni.
Ma vengono evocati anche i frammenti dello sterminato canzoniere deandreiano, come sottolinea l’artista, che ha avuto in passato il brivido di imbattersi in uno di quei sentieri letterari, una raccolta di poesie di Verlaine per la precisione, già battuto dal cantautore genovese, sentieri dai quali il grande Fabrizio aveva staccato qua e là qualche parola o brandello di frase per riportarli in maniera fantastica e rigenerata di nuove accezioni e visioni, nelle sue canzoni. La mostra ha come sottofondo a due voci, recitativi dei testi di Josè in lingua spagnola (letti da lui stesso) e in italiano (letti dalla speaker di Radio San Marino, Patrizia Santini).
All’inaugurazione del 28 maggio ha partecipato la band sammarinese Spacciatori di lenti: si sono esibiti in un Tributo a Fabrizio De Andrè. E stato anche presentato il libro di Teodoro Forcellini, “Battisti contro De André. Il più grande malinteso della musica italiana”, Scipioni editore. L’evento è nato da un’idea di Gabriele Geminiani, in collaborazione con l’Associazione Don Chisciotte e Smiaf, con il patrocinio della Segreteria di Stato alla Cultura e della Giunta di Castello di San Marino Città e il sostegno del’Associazione E.C.S.O. San Marino. Apertura sino al 12 giugno, dalle ore 15 alle ore 17. Tutti i giorni.

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