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Le imprese sammarinesi ritrovano una cauta fiducia

da Redazione

Un lento ma continuo miglioramento del clima di fiducia a San Marino: è l’indicazione della Camera di Commercio, che ha presentato i dati dell’analisi congiunturale dell’economia sammarinese. Del resto non era troppo difficile fare meglio dell’ultima misurazione (marzo 2009): i valori del 2007 sono piuttosto lontani. Appena un’azienda su 4 dichiara di lavorare a ritmi uguali o superiori ad allora. L’analisi dei dati.

Di Saverio Mercadante

 

Continuo miglioramento del clima di fiducia: era crollato a livelli bassissimi come conseguenza della crisi economico-finanziaria che ha caratterizzato il mondo industrializzato tra la fine del 2008 e l’inizio del 2009. Ponendo a 100 l’indicatore del clima di fiducia misurato a marzo del 2009, l’indice per la Repubblica di San Marino risulta in aprile 2010 pari a 119, inferiore al valore (124) assunto dal medesimo indice per l’economia italiana.
E’ uno dei dati dell’analisi congiunturale sull’economia della Repubblica di San Marino, a cura della Camera di Commercio della Repubblica di San Marino, giunta alla sua terza edizione: un quadro articolato del clima di fiducia delle imprese che operano sul territorio. L’analisi si basa su un questionario sottoposto ad un campione di 500 imprese di San Marino.
Si è comunque piuttosto lontani dal veloce recupero della situazione favorevole del 2007. Quasi un’impresa su 5 della Repubblica dichiara infatti di lavorare ad un ritmo inferiore al 25% di quello del 2007. Solo un’impresa su 4 dichiara di avere attualmente livelli di attività superiori o uguali a quelli del 2007.
Gli effetti della crisi non sono attribuibili a difficoltà di tipo finanziario. Più dell’80% delle imprese intervistate dichiara di aver fatto fronte al fabbisogno finanziario senza difficoltà; il 15% ha fatto fronte anche se con qualche difficoltà o ritardo.
Solo un’impresa su 26 si è trovata in forte difficoltà.
La rilevanza dei rapporti con l’Italia condizionano il clima di fiducia delle nostre imprese. Non è possibile, tuttavia, capire se questo fenomeno si è acuito o meno nei mesi più recenti, perché non era stato oggetto di rilevazione nelle indagini svolte negli anni precedenti.
Costruzioni, Alberghi e Ristoranti, e Attività Finanziarie le aree di maggior malessere. A questi, si aggiunge, soprattutto, in termini di attese per il futuro, il mondo dei professionisti. Non vi è dubbio, a questo punto, che è entrata in crisi la parte che per tanti anni ha caratterizzato l’economia di San Marino.
Situazione interna delle imprese, situazione territoriale: giudizi molto diversi da parte delle imprese. I giudizi sulla situazione specifica delle imprese si caratterizzano per la presenza di elementi sia negativi che positivi. Viceversa i giudizi sulla situazione nel nostro territorio sono drammaticamente negativi. Solo 11 imprese sulle 500 intervistate giudicano in miglioramento la situazione economica del nostro territorio, a fronte di 68 imprese che giudicano in miglioramento la realtà della propria impresa. Allo stesso modo, a fronte di 117 imprese che si aspettano, nei prossimi 6 mesi, un miglioramento della loro situazione economico-finanziaria, solo 72 si prevedono un miglioramento del nostro territorio.
Tre imprese su 4 tra quelle che non giudicano un vantaggio la loro localizzazione sul territorio della Repubblica, segnalano quali fattori del loro scontento i rapporti internazionali, con l’Italia in primis, e le scelte della classe politica. Preoccupante sembra il giudizio del mondo manifatturiero che dichiara come siano dominanti gli svantaggi nell’operare sul nostro territorio.
Necessità di interventi strutturali nell’impresa per superare la crisi? Tra le imprese che accusano una significativa contrazione dei livelli di attività rispetto al 2007, più del 60% ha risposto ‘No’, evidenziando una situazione diffusa di stasi, dove gli operatori restano in attesa di input esterni, pensando che la crisi non dipenda dalle mosse della propria attività.
Però circa un quarto delle imprese ha intenzione di effettuare degli investimenti, per il miglioramento della qualità dei prodotti, l’aumento della capacità produttiva e la ricerca di una migliore efficienza per ridurre i costi. Nonostante le forti difficoltà e i problemi con cui si devono confrontare le nostre imprese, “non sembra essere venuta meno la voglia di crescere e di creare lavoro. Nel medio periodo un numero significativo di imprese dichiara di voler crescere, a fronte di una maggioranza che prevede un’occupazione stabile. Fa eccezione, tuttavia, il settore delle Costruzioni dove una numerosità significativa di imprese prevede una riduzione della propria occupazione anche su un orizzonte triennale”.

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