Home FixingFixing Giorgi (ANIS): L’Italia viola il principio del libero scambio

Giorgi (ANIS): L’Italia viola il principio del libero scambio

da Redazione

Da San Marino Fixing, oggi in edicola, l’intervista a Carlo Giorgi, Segretario Generale ANIS, sull’ordine del giorno recentemente approvato dal Consiglio Grande e Generale relativo ai rapporti con l’Italia, sulla black list e sulle violazioni da parte di Roma “del principio del libero scambio di beni e servizi, sancito dalla UE”.

Di Loris Pironi

 

In settimana è arrivata l’approvazione all’unanimità dell’atteso ordine del giorno congiunto del Consiglio Grande e Generale che, con i dovuti distinguo, ha messo d’accordo maggioranza e opposizione. Un ordine del giorno sui rapporti con l’Italia che dà mandato al Governo di San Marino di “concludere la trattativa con l’Italia”, “per raggiungere gli obiettivi specificati attraverso la previsione di un apposito incontro politico fra i due Governi, prioritario rispetto alla successiva azione tecnico operativa”. Nel documento – che potete leggere integrale sul nostro sito – si parla di scambio automatico d’informazioni sul modello europeo. Resta da vedere se il Ministero delle Finanze, che riceverà il testo dell’odg in questione, riterrà accettabili le richieste e le proposte sammarinesi.
Chi sta vivendo con ansia gli sviluppi del rapporto con l’Italia sono le imprese sammarinesi, che con la black list troverebbero grandi difficoltà ad operare. Chiediamo a Carlo Giorgi, Segretario Generale dell’ANIS, cosa pensa di questo ordine del giorno e dell’attuale situazione.
“Il Consiglio Grande e Generale – afferma Giorgi – per la prima volta con voto unanime ha indicato il futuro economico del Paese, collocandolo fra i paesi virtuosi che applicano gli standard internazionali sullo scambio di informazioni per la lotta alla corruzione, al terrorismo e al riciclaggio. La trasparenza è di fatto sancita. E anche se alcune norme devono essere messe alla prova della reale applicazione, è chiaro che indietro non si può più tornare”.
Bisogna vedere se l’Italia è d’accordo con questa visione.
“Oggi è possibile auspicare il ritorno a relazioni politiche vere fra Italia e San Marino. Certo, non possiamo pretenderlo, ma a mio parere sono finalmente maturate le condizioni per definire l’agenda degli impegni fra i nostri Stati. Se ciò non fosse, è dovere dell’Italia di uscire da un silenzio che diverrebbe arroganza, perché dovrebbero venire rese note, con trasparenza, le specifiche ragioni. Tra l’altro penso che sia significativo il fatto che l’ordine del giorno sia stato votato proprio il 2 giugno, la festa della Repubblica Italiana”.
Ma alle coincidenze e alla soddisfazione deve essere anteposto un sano realismo.
“I tempi sono stretti perché l’azione italiana ha di fatto bloccato il libero scambio di beni e servizi, principio cardine degli accordi con l’UE, principio che San Marino e Italia hanno sempre condiviso e ribadito con l’accordo di libero scambio del 1993. Ora, è evidente che le sanzioni, o l’embargo se così lo vogliamo chiamare, sono destinate a cessare, prima o poi: ma come e quando? E se ciò avvenisse con una San Marino distrutta? Questo peraltro significherebbe una gravissima sconfitta anche per l’Europa, che dimostrerebbe di non avere la capacità di tener conto delle sue autonomie, come quella di San Marino, che non avendo alcuna forza economica sono davvero la rappresentazione più alta della capacità delle grandi nazioni di essere anche grandi nel rispetto dei diritti dei popoli di vivere in libertà”.
La sua posizione è piuttosto critica nei confronti dell’Italia.
“L’Italia con i suoi 120 miliardi di evasione l’anno, le mafie e la corruzioni che ne minano lo sviluppo, dovrà fare una scelta politica, solo in apparenza di piccolo conto. Fare accordi con San Marino per sancire la legalità e la trasparenza è ben diverso dal proseguire in un’azione che oggi rappresenterebbe solo ed esclusivamente la volontà di calpestare la libertà di un piccolo popolo. San Marino fa parte delle Nazioni Unite, del Consiglio d’Europa e dell’OCSE è uno Stato libero e indipendente, ha il dovere di rispettare i diritti delle altre comunità, ha il diritto, sacrosanto, di essere rispettato”.

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