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Diario della crisi del 4 giugno 2010

da Redazione

Vola l’iPad, ben oltre le previsioni, vuol dire che la crisi è finita? Tutt’altro. Il tasso di disoccupazione giovanile, che raggiunge quota 29,5% in Italia. Mentre la bolla immobiliare cinese fa paura.

Di Saverio Mercadante

 

Mentre l’irrefrenabile iPad non si accontenta delle più rosee stime degli analisti che in fase di lancio avevano azzardato entro giugno vendite a quota 750mila-1 milione di pezzi (a 57 giorni dal lancio sul mercato, ha tagliato in questi giorni il traguardo dei 2 milioni di pezzi venduti nel mondo, centomila prenotazioni solo in Italia), l’Istat conferma che non si arresta la crescita del tasso di disoccupazione giovanile in Italia.
Ad aprile raggiunge un’impressionante al 29,5%, con un aumento di 1,4 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 4,5 punti percentuali rispetto ad aprile 2009.
Il numero delle persone in cerca di occupazione risulta pari a 2 milioni 220 mila unità: 20,1% (+372 mila unità) rispetto ad aprile 2009. Il tasso di disoccupazione si posiziona all’8,9 per cento: 1,5 punti percentuali rispetto ad aprile 2009.
E’ la crisi del terzo millennio, bellezza. Quella che sposta la bolla immobiliare che ha traumatizzato l’economia Usa e quella della Gran Bretagna verso il prossimo impero globale del terzo millennio: la Cina. Al Financial Times, Li Daokui, membro del Comitato monetario della Banca centrale cinese ha dichiarato: “I problemi del mercato immobiliare residenziale in Cina sono attualmente molto più grandi di quelli che abbiamo visto nel mercato immobiliare statunitense e britannico prima dello scoppio della crisi finanziaria. Molto più che un problema”.
Il governo cinese corre ai ripari e annuncia una graduale riforma della tassazione sugli immobili, la prima acqua sul fuoco dei prezzi.
Una tassa sulla casa sarà probabilmente imposta, su base sperimentale, a Pechino, Shanghai, Chongqing e Shenzen entro fine giugno.
Al momento non esiste una tassa sugli immobili residenziali, mentre esiste una tassazione dell’1,2% calcolata sul 70/90% del valore degli immobili commerciali.
 

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