All’unanimità, ma con una bocciatura “ufficiosa” da parte dell’opposizione nei confronti dell’esecutivo sammarinese, per come ha gestito finora la partita con l’Italia. Ma quello che conta resta sempre nero su bianco, come l’odg che chiede al Governo del Titano di concludere la trattativa con Roma mediante un apposito incontro politico (prioritario all’azione “tecnica”). All’interno il testo dell’ordine del giorno.
Alla fine il Consiglio Grande e Generale l’ha votato, quel benedetto ordine del giorno congiunto – maggioranza e opposizione insieme – per mostrare all’Italia coesione sulla strada della necessità di una normalizzazione dei rapporti. Certo, bisognerà vedere se e come Roma e il ministro Tremonti hanno intenzione di ascoltare l’appello e l’invito del parlamento sammarinese, ma questa è un’altra storia.
In tale ordine del giorno, approvato ieri, il C.G.G. ”dà mandato al Governo di concludere la trattativa con l’Italia per raggiungere gli obiettivi attraverso la previsione di un apposito incontro politico fra i due Governi, prioritario rispetto alla successiva azione tecnico operativa, teso alla definizione di un quadro generale delle relazioni bilaterali che consenta uno sviluppo armonico del sistema economico sammarinese”. Tale sviluppo dovrà essere “in grado di accompagnare l’adeguamento del sistema finanziario, al fine di acquisire la conformità per una piena operatività nel mercato europeo; nonché di superare definitivamente il contenzioso in materia di residenza fiscale e definire le fattispecie applicative per garantire e proteggere gli investimenti rispetto a comportamenti discriminatori e di concordare misure a sostegno del sistema in questa fase di transizione”.
San Marino è al centro di fitte relazioni internazionali, ma il rapporto con l’Italia resta prioritario. Per questo il testo approvato oggi ripercorre “i rapporti politici e istituzionali storicamente intercorsi tra i due Paesi, a partire dalla Convenzione di Amicizia e Buon Vicinato del 1939”, e pone attenzione sulla “necessità di ricostituire un clima di reciproca fiducia con l’Italia e un rapporto teso a comuni obiettivi di sviluppo”.
Ora l’Esecutivo di San Marino ha il mandato per muoversi su canali politici ufficiali e probabilmente anche diplomatici per riuscire ad ottenere al più presto un incontro con il Governo italiano. Il percorso verso la trasparenza iniziato da San Marino e più volte commentato dai membri dell’esecutivo, proprio oggi porterà all’approvazione di nuove leggi che vanno nelle direzione voluta dagli organismi internazionali. Gli illeciti fiscali non saranno più consentiti a San Marino. Ad annunciarlo sono stati i ministri all’Industria, Marco Arzilli e alle Finanze, Pasquale Valentini. Entro metà giugno si dovrebbe arrivare alla piena approvazione di tutto il cosiddetto “Pacchetto trasparenza”, che contiene numerose riforme fiscali e tributarie.
L’Italia dal canto suo chiede che lo scambio di informazioni sia automatico. San Marino su questo tema è disposta a trattare, definendo però i tempi e i modi.
ODG SULL’ITALIA: I COMMENTI A CALDO
Le dichiarazioni di voto che hanno preceduto l’approvazione bipartisan dell’ordine del giorno in questione sono espressione del senso di responsabilità di tutte le forze presenti in Aula, ma mostrano anche i sintomi di un malessere diffuso. Restano poi i dubbi sulla forza ed efficacia del documento.
“La richiesta di un incontro politico con l’Italia è un atto importante – riconosce Giovanni Lonfernini, Ddc – ma oggi non basta". Di fatto, "ci troviamo indiscutibilmente di fronte a un bivio che avrà delle ripercussioni".
Parole più dure le rivolge Paolo Crescentini, capogruppo del Psrs, che definisce “tardiva e timida” l’apertura di governo e Patto. Inoltre, "rimangono riserve su un elaborato debole politicamente e non abbastanza coraggioso nei contenuti".
Ivan Foschi, capogruppo di Sinistra Unita, lamenta che “si poteva avere più coraggio” ed elenca una serie di proposte che avrebbero potuto essere aggiunte al testo: l’adesione al Greco, la collaborazione in materia di giustizia, il superamento delle fiduciarie, infine l’introduzione dell’Iva.
E’ la volta poi di Claudio Felici, Psd, che ribadisce “il giudizio fortemente negativo sull’operato di governo”. Il capogruppo dei Socialisti e Democratici sottolinea la gravità del momento, e riconosce “lo sforzo visibile di una parte rilevante della maggioranza nel senso della disponibilità del dialogo e dell’ascolto”. “Il Psd – prosegue – si è messo in gioco, senza aspettative di cambi di scenario politico, ma con l’unico obiettivo di potere condividere le nostre idee”.
Dall’altra parte della barricata, Roberto Giorgetti, capogruppo di Ap, guarda il mondo con più ottimismo: “Questo ordine del giorno rappresenta un momento forte di condivisione sulla politica estera”. E aggiunge: “Credo che questo terreno non sia luogo di speculazioni politiche, perciò non rispondo a una serie di affermazioni, non molto attinenti né realistiche, sulle azioni messe in campo dal governo".