Home FixingFixing Il valore relativo delle medie europee

Il valore relativo delle medie europee

da Redazione

L’ingresso in Europa dei Paesi dell’Est, quelli con minor reddito, può far apparire la situazione italiana meno pesante di quanto in realtà non sia.

L’ingresso in Europa dei Paesi dell’Est, quelli con minor reddito, può far apparire la situazione italiana meno pesante di quanto in realtà non sia. Il riscontro di questa sensazione si ha osservando il Rapporto Europa elaborato dalla Confcommercio, nella parte in cui esamina i consumi per comunicazioni e trasporti. Ebbene, l’anno scorso, mediamente, un italiano ha speso per auto, moto e telefoni 2.400 euro, a fronte di una media europea di 2.200, con vari valori per i diversi Paesi: più alti per Danimarca (3.024 euro), Francia (2.946), Regno Unito (2.936) e più bassi per Polonia (674 euro) e Bulgaria (730 euro). Sono proprio questi ultimi ad abbassare la media europea, facendo risultare l’Italia in una posizione migliore di quanto, in effetti, non sia. Continuando l’esame del Rapporto di Confcommercio, si vede che se per l’acquisto di auto e moto ogni europeo ha speso in media 593 euro, molto di più ha dovuto spendere per il mantenimento di questi beni: le spese di esercizio dei mezzi di trasporto sono risultate, infatti, la voce di consumo più significativa assorbendo oltre 950 euro a testa, con un’incidenza pari al 42% sul totale di spesa complessivo. Per quanto riguarda le quantità, tra il 1996 e il 2008, la spesa per la mobilità e le comunicazioni ha registrato un volume di crescita media annua pari al 2,9%, calcolato sulla media dei 27 Paesi: un valore che sintetizza andamenti differenziati tra i singoli Paesi in cui si distinguono soprattutto i paesi dell’Est Europa, mercati dalle grosse potenzialità, per aver registrato una variazione media annua decisamente superiore a quella media. È il caso della Lettonia, della Lituania, dell’Estonia (rispettivamente +12,6%, +12,0%, +10,4%). Passando alle previsioni, il futuro appare nero per trasporti e comunicazioni. Il Rapporto, infatti, prevede per quest’anno e per quello successivo, una spesa frenata per la mobilità e le comunicazioni a causa dei ridimensionati bilanci familiari. In definitiva tutto questo si rifletterà su un basso profilo di crescita relativo alle spese per la comunicazione con un trend stabilizzato ad un basso +0,6% con un analogo andamento della spesa per le diverse attività legate al trasporto, nonostante le politiche d’incentivazione all’acquisto praticate in molti Paesi che contribuirà solo ad attenuare la tendenza riflessiva in questo difficile periodo.

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento