Home FixingFixing Il congressuale vive una fase di contrazione

Il congressuale vive una fase di contrazione

da Redazione

Dopo anni di boom la meeting industry italiana conosce una battuta d’arresto: i livelli di attività sono tornati ai valori del 2004.

La scommessa del Palacongressi riminese si inserisce in un quadro – quello del turismo congressuale – che negli ultimi periodi sta vivendo una fase di contrazione. Dopo anni di boom la meeting industry italiana conosce una battuta d’arresto: i livelli di attività sono tornati ai valori del 2004. Quest’anno il rapporto annuale dell’Osservatorio congressuale italiano (OCI), grazie al contributo della Btc ha analizzato anche cinque tra le principali destinazioni: Roma, Milano, Firenze, Torino e Rimini. Il rapporto dell’OCI rivela che nel primo semestre del 2009 tutti gli indicatori nazionali sono negativi: il numero di eventi si ferma sotto quota 45mila (3,52%); i partecipanti sono meno di 13 milioni (-9,68%); le giornate di presenza circa 16,5 milioni (-13,58%). Un dato che stride con i dati presentati nell’ultimo “Rapporto sull’economia della provincia di Rimini 2009/2010” in cui, tra le altre cose, “esce” una rilevazione di rilievo: l’aumento del turismo congressuale e fieristico, tra i trienni 2000-2002 e 2007-2009, ha fatto registrare un +104,7%. Al di là di tutto, una riflessione va spesa per la vicinanza di due strutture simili per vocazione: il Palacongressi di Rimini e il Palariccione. Scongiurata – così sostiene il neo assessore regionale Maurizio Melucci – una faida familiare tra i due illustri vicini, recentemente la struttura della Perla ha snocciolato una serie di numeri. Il 2009 del Palacongressi di Riccione è iniziato con 48 milioni di euro di debito, 7 milioni da pagare ai fornitori e 10.000 euro in cassa. La società Palariccione spa ora vede la luce in fondo al tunnel grazie alla vendita del cinema e dei negozi della galleria. In anticipo di 4 anni rispetto al business plan, in otto mesi, il debito si è dimezzato, passando a 24 milioni di euro, entro il 2011 si conta di arrivare a meno 5 milioni, per azzerare l’indebitamento l’anno dopo.

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento