Home FixingFixing Diario della crisi del 21 maggio 2010

Diario della crisi del 21 maggio 2010

da Redazione

La deflazione rispunta dalle ceneri della crisi, la Bestia che ha tenuto in recessione il Giappone, seconda economia del mondo per valore di Pil, per quasi un decennio.

Di Saverio Mercadante

 

Per molti è peggio dell’inflazione che può essere contrastata con molti più interventi. E’ il rischio che potrebbe attraversare l’Europa ora che come ultima ratio i governi di molti Paesi si avviano a tagliare il welfare, salari e pensioni, sanità, che inevitabilmente comprimerebbero i consumi. E alzare le tasse per lo più indirette ovvero su merci e servizi. Il severo risanamento dei conti pubblici che alcune delle maggiori economie dell’Eurozona sono chiamate ad effettuare nei prossimi anni, per riportare i conti entro i parametri di Maastricht e mettere l’euro al riparo da rischi di disgregazione può essere devastante. Ci saranno tagli ai salari dei dipendenti pubblici in Irlanda, Grecia, Spagna Romania e probabilmente anche il Portogallo. Mentre la Francia sta pensando seriamente a mettere le basi per un taglio degli assegni familiari, degli aiuti per le famiglie a basso reddito in cerca di lavoro e dei sussidi per i disabili. Il peso sulla domanda per i consumi potrebbe strangolare l’economia europea e quindi frenare la già debole ripresa. Le sirene d’allarme sono già suonate in Spagna dove i prezzi stanno calando. Ad aprile l’indice core dei prezzi, ovvero esclusi il comparto di energia e alimentari, è sceso in aprile dello 0,1% annuo, per la prima volta dall’86. A marzo era salito dello 0,2%. Insomma, la crisi finanziaria del 2008 non si è mai spenta: il tempo di traslocare sul debito sovrano ed ecco riapparire più drammatica che mai. Le banche sono state salvate dai governi, ma adesso chi salva i governi? Intanto l’euro sta crollando a livelli inimmaginabili solo tre mesi fa.

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