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Ala: scendere in piazza per far sentire la voce

da Redazione

Il caso: quando la crisi anziché contrapporre imprenditori e lavoratori li unisce.

Di Alessandro Carli

 

Lavoratori e proprietà nella stessa stanza, verso la stessa direzione: capire che orizzonte avrà il futuro non solo dell’azienda, ma del tutto il sistema Paese. Tra il “nero” black list (un colore che, a quanto pare, il Ministro Giulio Tremonti non intende smacchiare nemmeno un po’) e il “bianco” ci sono di mezzo 15 giorni (la lista definitiva è attesa per fine mese) e – con ogni probabilità – le sorti della più antica Repubblica del mondo. Faccia a faccia sincero e urgente, quella che si è svolta lunedì all’interno della sede dell’azienda Ala: i lavoratori e i vertici si sono (ri)uniti per fare il punto sullo stato dell’arte del “decreto incentivi” italiano, una nube nerissima che sta minacciando anche l’economia sana del Paese. E per provare a individuare una maniera per far sentire, oltre alla preoccupazione, anche la propria voce. “E’ un problema di sopravvivenza – ha esordito l’amministratore delegato Alberto D’Angelo (nella foto) – che riguarda allo stesso modo l’azienda e i lavoratori. Il decreto incentivi è chiaro: dal 1° luglio San Marino sarà in black list. Qualsiasi operatore italiano che ha rapporti con le imprese del Titano entrerà nel mirino del fisco. I soggetti con partita Iva che hanno scambi per almeno 50 mila euro mensili dovranno comunicare infatti i dati dell’operazione ogni 30 giorni. Per i soggetti che invece non superano i 50 mila euro dovranno autodenunciare l’importo all’Agenzia delle Entrate ogni 90 giorni”. Manca poco più di un mese alla deadline imposta da Tremonti, e le nubi dell’incertezza avvinghiano il Monte. “Cosa dobbiamo fare?” si è chiesto per tre volte D’Angelo. “San Marino – ha precisato – ha adottato una serie di misure sul modello OCSE, ma a quanto pare al Ministro non bastano. Chiederemo un incontro ai rappresentanti della Provincia di Rimini: vogliamo far capire che nel nostro territorio ci sono forze sane. Siamo anche disposti a scendere il piazza per una manifestazione che lasci il segno: vogliamo esternare le nostre preoccupazioni e le ragioni delle imprese che operano in maniera corretta”. Una manifestazione, hanno confermato le maestranze presenti all’incontro, che utilizzerà, anche il social network Facebook come cassa di risonanza. “Vogliamo difendere le nostre imprese e i posti di lavoro” ha rimarcato D’Angelo. Il problema, senza troppi giri di parole, è di natura politica. “Abbiamo iniziato a riflettere sul futuro del Paese nel 2005 – ha spiegato il segretario generale dell’ANIS Carlo Giorgi, intervenuto alla riunione dell’Ala -, quando non si parlava ancora di crisi. Il Forum di The European House-Ambrosetti, ospitato sul Titano dal 2007 al 2009, si è mosso in questa direzione: volevamo farci dire da altri cosa dovevamo fare. I suggerimenti ‘usciti’ dalla tre edizioni però non hanno portato a nulla. Dobbiamo uscire dalla ‘black list’: se non ce la facciamo, l’economia se ne andrà via. Gafi, OCSE e Moneyval guardano tutti verso una direzione. E un Paese piccolo come il nostro non può resistere. L’unica via possibile è uscire dalla lista nera”. Carlo Giorgi ha poi voluto aggiungere una considerazione: “Credo che San Marino sia a credito e non a debito con l’Italia”. In questi ultimi mesi la Repubblica ha adottato una serie di provvedimenti che in inseriscono nel solco della trasparenza: dall’abolizione dell’anonimato societario e del segreto bancario, sino al prefinanziamento dell’IVA. Un sacrificio, ha sottolineato proprio su questo ultimo punto il segretario generale dell’ANIS, messo in campo per stroncare alla radice le cosiddette ‘truffe carosello’. Ma, a quanto pare, non basta. Gli occhi sono tutti puntati verso il cosiddetto “venerdì di passione” (con ogni probabilità, il 28 maggio, ndr), quando il MEF emetterà la nuova lista nera: quella attuale, ricordiamo, è datata 1999. Le speranze sono quasi tutte riposte nel ‘pacchetto trasparenza’ che il Governo sta ultimando, e che verrà inviato a Roma in settimana. Basterà? A guardare le espressioni di Giulio Tremonti, c’è poco da stare allegri: il Ministro alle Finanze ha ribadito più volte la ferma convinzione di spedire nel “purgainferno” il Titano. Ma nel Purgatorio – ha scritto il Sommo Poeta – la luce della speranza non è del tutto fioca.

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