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Posta Elettronica Certificata differenze tra Italia e San Marino

da Redazione

Posta Elettronica Certificata a San Marino, i chiarimenti tecnici dell’Ufficio Programmazione Economica – Centro elaborazione dati e statistica relativamente al dibattito di questi giorni sulle presunte carenze tecnologiche della Pa sammarinese rispetto a quella italiana.

Questo il testo della nota dell’Ufficio Programmazione Economica – Centro elaborazione dati e statistica della Repubblica di San Marino.

In relazione al dibattito che in questi giorni ha interessato la stampa locale, circa la Posta Elettronica Certificata e le presunte carenze tecnologiche della Pubblica Amministrazione sammarinese rispetto a quella italiana, è opportuno chiarire alcuni aspetti dal punto di vista tecnico.
Il sistema Posta Elettronica Certificata (PEC) adottato in Italia prevede al momento solo un canale esclusivo di comunicazione tra la Pubblica Amministrazione e il Cittadino (è come se venisse regalato un telefonino abilitato a ricevere o a fare chiamate solo tra cittadino e PA, senza la certezza però che qualcuno della PA risponda). Il sistema italiano per ora consiste quindi solo in un canale di comunicazione a cui in futuro dovranno essere associati i servizi.
L’approccio di San Marino è stato diverso, in quanto si è partiti dai servizi e dalla realizzazione degli strumenti automatici di gestione, considerando l’aspetto dei canali di comunicazione come un elemento secondario, risolvibile con tecnologie locali senza fare riferimento alla PEC. Sono, ad esempio, in fase di avanzata realizzazione i servizi relativi alla dichiarazione dei redditi on line (senza presentazione del cartaceo), le richieste verso l’Ufficio del Lavoro, e la trasmissione di tutti i documenti societari verso il Tribunale. Le procedure in uso nei vari uffici della PA hanno il vantaggio di essere già tutte collegate a un unico sistema operativo. Pertanto in poco tempo sarebbe possibile renderle fruibili tramite web sicuro.
Nella comunicazione tra il cittadino e la PA sono stati individuati tre canali:
1) la posta elettronica statale, da estendere al cittadino (in pratica ogni cittadino avrebbe una propria casella di posta statale sicura) . (Simile alla PEC italiana). La procedura necessita di un potenziamento della struttura informatica e della relativa gestione;
2) la possibilità di connettersi on line con le procedure attraverso un sito ed effettuare scambi di documentazione elettronica utilizzando un sistema di autenticazione;
3) la creazione per ogni cittadino di una casella documentale (tramite il servizio di gestione documentale pubblico) in cui la PA può riversare la documentazione che lo interessa, accessibile all’utente tramite autenticazione sia per la visione dei suoi documenti sia per depositarne altri indirizzati alla P.A.
La PEC italiana, dopo anni di sperimentazione, presenta ancora alcuni punti deboli per i quali è in cerca di soluzioni. Questi riguardano, ad esempio, la validazione dei documenti.
Per quanto riguarda i certificati di firma digitale, qualunque impresa privata, adempiendo a quanto previsto dalla legge e facendosi autorizzare dall’Autorità per l’Informatica, può ottenere la gestione dei certificati. Se fino ad oggi nessuna società privata si è registrata come Ente Certificatore è perché i costi delle infrastrutture, del personale di gestione e dell’assicurazione obbligatoria sono ingenti e non possono essere ripagati dal piccolo bacino d’utenza di San Marino. Per queste ragioni vengono utilizzati i certificati della Camera di Commercio Sammarinese, che a sua volta usa quelli della Camera di Commercio Italiana.
Utilizzando esclusivamente certificati generati a bordo della smart card si è al riparo da ogni possibile clonazione o intercettazione del certificato stesso (firma digitale).
La Pubblica Amministrazione ha già adottato i certificati di firma digitale che vengono distribuiti ai dipendenti della Pubblica Amministrazione in concomitanza con l’automazione dei servizi. Pertanto l’eliminazione della carta è possibile adottando presso gli uffici il sistema di gestione documentale e la semplificazione dei flussi, che sono già in via di sperimentazione.

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