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San Marino, il pacchetto trasparenza è davvero l’ultima frontiera?

da Redazione

Da San Marino Fixing (in distribuzione da oggi e sempre da oggi on line sul nostro sito internet sfogliabile o scaricabile in pdf gratuitamente) sul cosiddetto "Pacchetto trasparenza", valutato positivamente dai tecnici italiani, ma che qualche dubbio, sul Titano, lo sta lasciando agli addetti ai lavori. Basterà per uscire dalla ventura black list?

di Saverio Mercadante

 

Già San Girolamo nella Quarta Epistola avvertiva: dum excusare credis, accusas (“mentre credi di scusarti, ti accusi”). Se è vero che nel pacchetto trasparenza si dice che se un imprenditore si assenta per quindici giorni gli possono ritirare la licenza, ti viene da pensare anche che “La prima gallina che canta ha fatto l’uovo “. Oppure “Excusatio non petita, accusatio manifesta”, “Scusa non richiesta, accusa manifesta”. O ancora, “Chi si scusa, si accusa”, anch’essa equivalente.
Insomma, pare, sembra, che si passi da un eccesso all’altro. Forse c’è un po’ di affanno nel voler dimostrare tutta la buona volontà della Repubblica di San Marino: una corsa non controllata verso la trasparenza può rischiare, forse, di renderci invisibili.
In merito ai rapporti con l’Italia e l’ingresso nella black list, il Segretario di Stato agli Esteri Mularoni ha affermato che “è stato fatto tutto quello che era ragionevole chiedere di fare a uno Stato. Il Paese è animato dalle migliori intenzioni per essere collaborativo. Anche l’Italia deve darci atto di questo”. Ecco, appunto collaborativo con scienza e coscienza. Afferma, secondo l’Agenzia Dire, in Consiglio l’avvocato Francesco Mussoni, consigliere del Pdcs: “Il pacchetto trasparenza ha senso se siamo subito in white list, altrimenti serve calma nel portarlo avanti”.
Anche Germano De Biagi, il patron dell’Electronics, patron del centro commerciale specializzato nella vendita di prodotti dell’elettronica, in Consiglio ha attaccato i provvedimenti del pacchetto trasparenza: “Ci costringono a presentare una legge sulle licenze di società che è stalinista, non abbiamo bisogno di questo, pochi verranno a chiedere licenze in un Paese senza alcuna certezza”.
I commercialisti per ora non hanno ancora espresso una posizione ufficiale. Ma segnalano in un loro comunicato che la delegazione, dopo un incontro con l’Esecutivo, “ha registrato però, (però) in particolare alcune dichiarazioni del Segretario degli Esteri, che si aspetta di ‘chiudere le trattative con l’Italia entro il corrente mese’, e sostiene che il Governo debba fare proposte oggi pesanti all’Italia per uscire dalla black list”, perché “siamo in ritardo di anni e dobbiamo tutti renderci conto che siamo sull’orlo del precipizio”. Poco prima il Segretario degli Esteri aveva invece definito “generosa” la proposta dei commercialisti di imporre l’IVA prepagata su tutte le esportazioni”.
Marco Beccari, segretario CDLS, invece convinto sostiene: ”E’ indubbio dobbiamo in tutti i modi scongiurare la sciagura della lista nera. Oggi l’assoluta priorità è quella di trovare un’intesa con lo Stato italiano che ci porti alla firma dell’accordo sulle doppie imposizioni, e i provvedimenti del pacchetto trasparenza ci allineano con gli standard internazionali di legalità. Trasparenza, legalità, correttezza sono i pilastri per salvare l’economia sana e costruire la San Marino del futuro”.
Pasquale Valentini in Consiglio aveva dichiarato: “Il cambiamento siamo noi a imporcelo”. Nel comunicato del Congresso dopo la sua nomina a Segretario di Stato alle Finanze si legge che “particolare attenzione sarà dedicata da Valentini anche all’applicazione delle norme contenute nel pacchetto trasparenza, con il coinvolgimento di tutti gli uffici e ponendo attenzione affinché la nuova normativa sia volta a colpire le frodi, ma non arrechi danni a coloro che agiscono correttamente”.
Il “pacchetto trasparenza”, è stato valutato positivamente dai tecnici italiani a Roma. I quali hanno subito rilanciato chiedendo lo scambio automatico di informazioni. “Richiesta – ha dichiarato Antonella Mularoni – peraltro non nuova. Sono anni che l’Italia fa questa richiesta. Probabilmente in questa direzione si andrà anche a livello internazionale, ma passerà ancora del tempo. E noi non rinunciamo alla nostra sovranità”. O, per fare finalmente trentuno daremo lo scambio automatico di informazioni? Forse ora che lo scudo fiscale è finito qualche margine in più lo avremo.
Forse…
 

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