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Piccoli fuochi di architettura felice

da Redazione

Non tutti sanno, ma la Repubblica di San Marino può vantare un patrimonio architettonico di grande livello, di livello internazionale. Parliamo di architettura contemporanea, di post razionalismo. Sul territorio hanno lavorato vere ‘archistar’ come Gregotti, Michelucci, De Carlo e Portoghesi. La mappa degli edifici più significativi, apprezzati all’estero ma che spesso sono visti con sguardo disattento dai sammarinesi. Da San Marino Fixing.

Di Saverio Mercadante

 

“Nella prima metà del secolo scorso ci sono interventi architettonici importanti a San Marino da parte dell’ingegner Gino Zani, sino a perlomeno agli inizi degli anni Sessanta: segnalo la costruzione della sede della Cassa di Risparmio nel centro storico e negli ultimi anni della sua attività alcuni edifici religiosi come a Chiesanuova. Oppure la progettazione di un santuario in Borgo dedicato alla Beata Vergine della Misericordia, mai realizzato però”.

Sulla scorta di un incontro organizzato dal Centro Sociale di Dogana, dal titolo ‘Impronte architettoniche che segnano un’epoca’, relatore Gilberto Rossini, abbiamo invitato l’ingegnere sammarinese con una grande passione per l’architettura ad analizzare i casi più interessanti degli edifici della Repubblica, con un particolare riferimento: dal dopoguerra in poi.

“Alcuni anni dopo – prosegue Rossini – la costruzione del santuario, in una zona diversa, venne affidata a Giovanni Michelucci (con il quale l’ingegnere ha collaborato, ndr). Era in quel periodo il più prestigioso degli architetti italiani. Aveva elaborato un passaggio dal razionalismo a una visione più legata al territorio e più intima, proprio nei suoi progetti dedicati agli edifici religiosi. Il Governo d’allora aveva anche affidato a Michelucci l’incarico per un piano regolatore per Città, anche questo mai realizzato, scomparso addirittura”.

“Il valore architettonico della chiesa di Borgo Maggiore è molto alto. Bruno Zevi – ricorda Gilberto Rossini – la considerava addirittura allo stesso livello, se non più alto, della famosa chiesa sull’autostrada del Sole nei pressi di Firenze. L’edificio segna proprio il passaggio tra l’architettura razionalista e quella post razionalista, che scaturiva soprattutto dalla lezione di Le Corbusier. L’architetto ricrea uno spazio altro rispetto allo spazio naturale, fisico, matematico. Un riferimento più recente può essere Frank O. Gehri, e il suo Guggenheim Museum di Bilbao”.

“Ci sono a San Marino altri interventi di livello che ripercorrono però una ripresa del razionalismo anche se con caratteristiche diverse. Un esempio – continua l’ingegner Rossini – è il Palazzo della S.U.M.S. di Vittorio Gregotti. L’edificio è interessante in quanto c’è un’intersezione di spazi interni-esterni. Lo spazio interno, è quello veramente architettonico. E non è diviso, distinto, da quello esterno. E’ continuamente interrotto dall’intromissione dello spazio pubblico, dal fuori. Il passaggio dalla via Piana al piazzale Giangi mostra sino in fondo questo approccio del progetto di Gregotti. Lo esemplificano le scale a diversa pendenza: entrano dentro l’edificio e ne scombussolano l’unità volumetrica. E’ un esempio di architettura moderna non alternativa al razionalismo, che si può rivedere anche in Renzo Piano o Richard Meyer”.

“Un altro esempio importante, ma sottovalutato – sottolinea Rossini – è il passaggio del confine a Dogana. Qui l’architetto De Carlo interpreta concettualmente il passaggio della dogana tra uno stato e l’altro. Reinventa l’alzarsi della sbarra di confine che impedisce o rende possibile il passaggio dei mezzi di trasporto. La sbarra nel progetto di De Carlo si trasforma in una sorta di cavalcavia con i tiranti su i due lati della strada che scendono dalle torri. I quali potrebbero alzare e abbassare la sbarra-cavalcavia ”.

“Lì vicino c’è poi il World Trade Center di un grande come Norman Foster. In questo caso l’impostazione così impegnativa dell’esterno, forse invasiva sino a un certo punto, viene contraddetta all’interno con uno spezzettamento degli spazi molto prosaico che fa perdere l’ampiezza di vedute e di respiro del progetto originale. Probabilmente c’è stato un intervento dei committenti bassamente funzionale”.

“Un edificio minore è quello costruito da Portoghesi negli anni Novanta. Un condominio tra Murata e Fiorentino: due blocchi di appartamenti collegati da un ponte che li tieni uniti. E hanno sui quattro lati delle torrette immaginarie. Anche Portoghesi, insieme a Gabetti e Isola, Gae Aulenti, aveva lavorato negli anni Sessanta al superamento del razionalismo.

Un altro esempio interessante: la chiesa di Fiorentino realizzata da Raul Benghi in collaborazione con l’ingegner Luciano Ravaglia. Un buon edificio, interessante sempre nell’ottica del superamento del razionalismo”.

“Naturalmente ci sono a San Marino edifici realizzati da architetti sammarinesi, sottostimati però dagli stessi sammarinesi, visti con un certo disagio, che però varrebbe la pena di valorizzare e analizzare”. “Va segnalato – conclude con rammarico Gilberto Rossini – che nel periodo in cui Siena, Urbino, Firenze, Bologna, cercavano una progettazione che conservasse i valori sia della Città che del Territorio, a San Marino ogni tentativo è andato disperso e distrutto. L’edificazione ha proceduto senza un disegno complessivo con lottizzazioni progettate autisticamente dai singoli proprietari dei terreni. E’chiaro che in questa situazione l’architettura di un condominio, di una scuola, di una banca, naufraga in questa assenza di progettazione urbanistica”.

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