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San Marino Capitale degli Anni ’50 e ’60

da Redazione

E’ veramente straordinario il tuffo in quegli anni attraverso le foto raccolte di famiglia in famiglia.

Di Saverio Mercadante

 

“Sono stati gli anni più belli, quelli più gioiosi, quelli che più rispecchiano la sammarinesità, che in queste foto si vede sino in fondo”. Sono le parole di Paolo Forcellini, Presidente dell’Associazione Porta del Paese, a commento dell’uscita del libro “San Marino Capitale negli anni 50-60 – Immagini degli anni ruggenti. Volume 1”, andato letteralmente a ruba dopo la sua pubblicazione con il patrocinio, tra gli altri, della Fondazione San Marino. Ed è veramente straordinario il tuffo in quegli anni attraverso le foto raccolte di famiglia in famiglia tra i soci dell’Associazione, e non solo. Archivi fotografici personali venuti alla luce per comporre l’immaginario di quell’età dell’oro del dopoguerra. Questa prima raccolta di fotografie che risalgono anche agli anni Quaranta in verità, come afferma nella prefazione Paolo Forcellini, che ha pubblicato, nel passato, libri di carattere scientifico, storico, narrativo, e fotografico, “è dedicata a tutti coloro che per motivi anagrafici non li hanno potuti veder e godere, così possono riviverli, almeno nella loro fantasia”. Scorri le pagine del tempo perduto e ti appare all’improvviso una star del teatro come Emma Gramatica che fa shopping a San Marino, l’airone del ciclismo, il Campionissimo Fausto Coppi in prossimità del’arrivo di San Marino, o mentre sale verso la Porta del Paese. Ma anche il campione svizzero Koblet al Voltone. C’è anche Mike Buongiorno, conduttore de “Il Campione”, mentre segue attento Alvaro Casali che presenta i Balestrieri. Lea Padovani e Alberto Sordi in una serata in loro onore. Pietro Nenni che gioca a bocce con i socialisti sammarinesi. Ma anche Fanfani e Saragat. E subito dopo il blocco stradale al confine ordinato dal ministro Scelba e i cingolati dell’esercito italiano a Rovereta. La storia s’impone: furono anche anni turbolenti. La sequenza scelta con cura da Forcellini sembra essere composta dai fotogrammi di una pellicola di un film: un gruppo di persone dalle facce preoccupate in Piazza Libertà nel 19 settembre 1957; il Capitano della Gendarmeria Ettore Sozzi, divisa nera e stivaloni neri che cammina da solo, la gente sui lati controllata dai gendarmi sempre in Piazza Libertà; una riunione d’urgenza sotto Casa di Giuseppe Forcellini; Alvaro Casali che tiene un discorso sulla scalinata della Pieve; la “Milizia Rossa” al Pianello; Don Arzilli che sta per celebrare la Santa Messa a Rovereta e accanto a lui un uomo imbraccia un mitragliatore. Il dramma di quegli anni apparso improvvisamente, dopo una lunga serie di foto spensierate, allegre. Il sammarinese che dall’America ha portato “Giochi, scherzi e novità”, foto di cene tra amici, otto amici al bar Giulietti, la festa degli studenti, il veglione di Sant’Agata, gli spettacoli al Nido del Falco, la sfilata di moda al Ridotto del teatro Titano; in Borgo il Veglione della Segavecchia e in Paese il Veglione dei Becchi. Il vigile tutto bianco ripreso dal basso, dritto, marmoreo, il braccio verso l’alto perpendicolare a un cielo pieno di nubi, la befana del vigile alla Porta del paese. Un matrimonio alla Pieve: doppiopetti, guanti, cappelli, capelli imbrillantinati, cappottoni a tasca larga. Il professor Mastella sulla Terrazza del Turismo, il basco nero in testa, l’espressione accigliata. E tanto altro ancora. Ma più di tutto quello che ti rimane negli occhi sono proprio gli occhi dei protagonisti delle foto, e i visi pieni di energia, di forza, dei giovani e dei bambini, dei vecchi e degli adulti, delle donne. Una vitalità indomabile che forse non ci sarà più.

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