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Lista nera, l’Italia dica cosa vuole

da Redazione

La storia ci racconta di Brenno, il condottiero gallo che dopo aver messo al sacco Roma, al momento di stabilire il riscatto per liberare l’Urbe, per aumentare il peso del bottino getta una spada sulla bilancia al grido di Vae Victis! Oggi Giulio Tremonti sta facendo come Brenno con San Marino, ma il Titano deve alzare la testa. Mercoledì scorso dalla preoccupatissima assemblea degli associati ANIS si è levata una richiesta alla politica: fate in modo che l’Italia dica finalmente cosa vuole in tempi celeri, oppure rivolgetevi agli organismi internazionali.

Di Loris Pironi

La storia antica ci parla di Brenno, il condottiero gallo che dopo aver messo al sacco la città di Roma, al momento di stabilire il riscatto per liberare l’Urbe ha gettato la sua spada sulla bilancia per aumentare il peso del bottino al grido di Vae Victis!
Ecco, i corsi e ricorsi della storia ci portano ai giorni nostri, con Giulio Tremonti a fare la voce grossa con la Repubblica di San Marino e a mettere giorno dopo giorno sempre nuove richieste sul piatto della bilancia. E la spada di Damocle – un’altra spada – della black list è sempre lì che incombe, anche se va ricordato che fino al 1 luglio nulla cambia per le imprese sammarinesi che intrattengono rapporti con clienti o fornitori italiani, e che anche dopo quella data non c’è nulla di scontato, perché dalla trattativa in corso il Titano può uscire con una pax onorevole.
In questo contesto una vera e propria folla mercoledì mattina ha preso parte ad una partecipatissima assemblea (una delle più sentite, negli ultimi tempi) dell’Associazione Nazionale dell’Industria Sammarinese. E non solo perché seduti al tavolo, oltre ai vertici dell’associazione, c’erano anche, in rappresentanza dell’esecutivo, i Segretari agli Esteri Antonella Mularoni e all’Industria Marco Arzilli, con i quali confrontarsi in merito alle difficili relazioni con l’Italia e alla spada di damocle della black list.
Volti tesi e tanta preoccupazione tra gli associati, che hanno espresso agli esponenti del Governo i problemi con cui si trovano ad avere quotidianamente a che fare, dal calo di fatturati al clima di vero e proprio “terrorismo” psicologico con cui si trovano a dover fare i conti sul mercato italiano.
Si è fatto il punto sull’incontro tecnico di martedì a Roma, definito “interlocutorio” (“ma non per colpa nostra”, si è difesa il Segretario Antonella Mularoni) e del provvedimento sammarinese che scatterà il primo giugno sul prefinanziamento dell’Iva per alcuni settori. Sul pagamento anticipato dell’Iva, la posizione dell’ANIS è che malgrado il sacrificio a cui gli imprenditori sarebbero costretti, forse si sarebbe potuto (o dovuto) persino fare uno sforzo in più, andando a normare il prefinanziamento dell’Iva non solo per alcuni settori ma per tutti. Sia bene inteso, per un lasso di tempo comunque limitato – come prevedono gli attuali accordi – e con un meccanismo di rimborso da parte italiana nel caso in cui il cliente non onori il pagamento (come già avviene per le imprese italiane).
Sull’argomento, la tesi di Franco Capicchioni, Vice Presidente dell’Associazione, circa il fatto che l’Iva prepagata rappresenta un fallimento del sistema sammarinese che non ha saputo, o voluto, risolvere il problema delle frodi carosello con controlli efficaci, è stata sposata anche dal Segretario all’Industria Marco Arzilli. Che ha spiegato ai soci ANIS che il Governo di San Marino ha dato all’Italia la disponibilità ad allargare il provvedimento a tutte le categorie, che la risposta della controparte è stata di apprezzamento del decreto così com’è oggi e che il decreto prevede la possibilità di incrementare le categorie interessate al provvedimento in qualsiasi momento.
Il Segretario agli Esteri Antonella Mularoni ha fatto invece il punto sulla trattativa con l’Italia. “Martedì i tecnici italiani sono rimasti vaghi sulle nuove richieste – ha spiegato – ma c’è stata la promessa di un aggiornamento già forse entro lunedì prossimo”. Il Segretario Mularoni ha voluto rassicurare i tanti presenti (erano circa un centinaio) circa l’impegno del governo sammarinese ad uscire dalla lista nera. “Entro la prima quindicina di maggio sarà pronta la nuova black list, sappiamo che diversi Stati ne saranno esclusi e che San Marino non è l’unico Paese con cui l’Italia è in trattativa. Siccome non ci è stato detto nulla di diverso, confidiamo nella buona fede e andiamo avanti con la trattativa”. I canali politici sono tutti stati attivati, anche se è difficile far sedere al tavolo un Ministro (Giulio Tremonti, ndr) che non vuole sedersi: “Per una trattativa occorre essere in due”, ha detto ancora il Segretario Mularoni.
Il Segretario ANIS Carlo Giorgi ha ribadito infine l’importanza di dare un termine a questa trattativa, un limite di tempo perché questo stillicidio di cambiamenti in corsa e richieste oltre a snervare gli imprenditori (e non solo loro) mette a serio rischio una fetta del 30-40% del PIL sammarinese. E se malgrado l’impegno non si riesce a portare l’Italia ad una sintesi in un termine di tempo ragionevole, allora San Marino deve rivolgersi, da Stato autonomo e indipendente, agli organismi internazionali per far valere i propri diritti.

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