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I progetti industriali levigati nel legno

da Redazione

Rimini: chiusura con il pollice in alto per la seconda edizione di Technodomus.

La seconda edizione di Technodomus si è conclusa con un sorriso. L’area espositiva ha segnato un sostanzioso progresso rispetto allo scorso anno: da 140 a 300 gli espositori, mentre i visitatori professionali sono passati dai 18.156 del 2009 (28% dall’estero), ai 30.865 di questa edizione (dati certificati ISF, 31% esteri). Nonostante i problemi causati dalla nube di ceneri vulcaniche che ha bloccato aeroporti in tutta Europa, la componente straniera attesa alla manifestazione non ne ha risentito in maniera decisiva. “Era una scelta strategica e s’è rivelata anche fortunata – spiega Simone Castelli, direttore business unit 2 di Rimini Fiera – quella di posizionarci subito a seguire il Salone del Mobile di Milano, dov’erano già presenti tanti buyers stranieri che s’erano accreditati alla vigilia anche a Rimini Fiera. Preso atto della situazione ci siamo comunque impegnati al massimo per limitare il problema, mettendo in campo risorse per servizi e collegamenti”. Sugli sviluppi di Technodomus, Castelli ricorda le coordinate: “Ora parte la biennalità della manifestazione e quindi dal 2012”. Technodomus – ospitata a Rimini Fiera dal 20 al 24 aprile – ha messo in vetrina il meglio della tecnologia e della produzione relative alla lavorazione del legno. Occasione per verificare il top dell’innovazione tecnologica garantita dalla presenza, unica in Italia, dei colossi industriali dell’industria italiana con numerose anteprime mondiali presentate, come ad esempio Robopac Sistemi, che a Rimini ha presentato Spiror FW, e il Gruppo SCM. A impreziosire l’evento, anche una serie di convegni su misura. Tra gli appuntamenti di maggior spicco, “Investire, lavorare, guadagnare: la redditività nell’azienda artigiana” ha proposto i punti di vista dell’imprenditore, del-l’azienda fornitrice di impianti e del marketing. “Sono ormai tramontati i tempi – ha detto Samuele Broglio, presidente di Mestiere Legno di Confartigianato – nei quali era fondamentale produrre la massima quantità di serramenti per alimentare il fatturato dell’azienda e si era sottoposti ad una alta pressione della domanda. Oggi l’impresa è alle prese con una domanda ridotta, più selezionata e qualitativa, quindi è necessario dimensionare la propria capacità produttiva con maggiore attenzione. All’imprenditore è chiesto di uscire da una mentalità esclusivamente rivolta al reparto di produzione. per riflettere più globalmente sul futuro. L’obiettivo, prima della produttività, diventa ora quello della redditività. Un’azienda può essere più redditizia anche con una produzione più bassa. Ne consegue l’attenzione al dimensionamento della propria tecnologia, serve la macchina adeguata alla produzione, non sovradimensionata. Investimenti sbagliati in questo senso possono affossare l’impresa. Oggi più di ieri l’artigiano è legato all’utile, l’impresa deve produrre utili, non tante finestre”. Giancarlo Bonzi, business manager di Cefla Finishing Group ha portato all’attenzione del pubblico alcuni casi nei quali proprio in coerenza con questi principi è stato possibile riorganizzare la produzione di piccole imprese. “In Italia – ha spiegato Giancarlo Bonzi – operano circa 3.000 imprese nel mondo dei serramenti, concentrate prevalentemente in Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. Il 70% di queste non supera i 2,6 milioni di fatturato annuo e mediamente vi lavorano 6-7 addetti. Oggi ci troviamo di fronte ad una domanda che cambia, rallentano gli ordinativi dalla grande edilizia e crescono quelli relativi alle ristrutturazioni. Ciò significa minore standardizzazione, affrontare stili e design vari, una qualità superiore e le verniciature – che conferiscono qualità al prodotto – si modificano con frequenza. Molte imprese, per ottimizzare il lavoro portano al loro interno la fase di verniciatura, oggi caratterizzata da una tecnologia altamente flessibile e ingombri ridotti. Oppure aggiungono fasi di lavorazione in coda alla linea di produzione, proprio per aderire con più precisione alla varietà della domanda”.

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