Home categoriePolitica Berlusconi: adesso vedremo la lealtà  di Fini in Parlamento…

Berlusconi: adesso vedremo la lealtà  di Fini in Parlamento…

da Redazione

Il Premier Silvio Berlusconi è amareggiato dalle polemiche interne al Pdl rimbalzate e amplificate dai giornali (anche quelli “amici”). E intanto guardare l’esempio dell’amico Putin è addirittura frustrante: rispetto alla Russia, in Italia il Primo Ministro ha le mani legate. Il ragionamento di Berlusconi su Fini è quello di attenderlo al varco in Parlamento: “staremo a vedere” la sua lealtà è ciò che avrebbe detto al suo entourage. Intanto esplode ufficialmente la grana Bocchino.

Non possiamo perdere tempo in questo modo, ci sono cose più urgenti e importanti da fare adesso… C’e’ una crisi internazionale, dobbiamo occuparci di questo e altro ancora. Non si possono passare intere giornate a discutere di beghe interne… Silvio Berlusconi è deluso e indignato per l’andazzo di questi giorni con paginate intere sui giornali che parlano di un Pdl spaccato in due e un governo a passo ridotto e logorato. Senza contare le risse da pollaio in tv che hanno esposto al pubblico ludibrio il partito danneggiando l’immagine del centrodestra e le troppe assenza in aula mentre si votano provvedimenti importanti. Da qui il paragone con il ‘suo amico’ Vladimir Putin: qui il primo ministro non ha nessun potere, non conta nulla. Ieri, a cena con alcuni senatori del Pdl a palazzo Grazioli, e questa mattina, a chi ha avuto modo di incontrarlo, avrebbe espresso tutta la sua amarezza per lo stato della coalizione. Il Cavaliere, raccontano, ce l’ha con Gianfranco Fini e i suoi fedelissimi che dopo la Direzione nazionale del Pdl hanno giurato di non fargliene passare una. Adesso, sarebbe stato il ragionamento del premier, vediamo cosà faranno in Parlamento.
Lo sconforto, riferiscono alcuni presenti, avrebbe portato il premier a dire di essere tentato di lasciare tutto, ma poi avrebbe subito rassicurato i presenti, sottolineando che non mollerà, questo governo andrà avanti lo stesso, “perché ce lo chiede la gente, abbiamo i numeri per farlo e noi non siamo degli irresponsabili”. Un modo, riferiscono alcuni presenti, per escludere il voto anticipato e ipotetici governi tecnici di fronte a chi pronostica scenari da crisi di governo già ad autunno. Ipotesi poco credibili, per la verità.
In particolare, Berlusconi si sarebbe soffermato sul suo rapporto con il presidente della Camera, rivelando che ormai sul piano personale qualcosa si è incrinato. Il premier, però, confida sulla lealtà al governo e al Pdl più volte sbandierata da Fini in questi giorni, anche in tv. E attende l’ex leader di An alla prova dei fatti, soprattutto in Parlamento, a cominciare dal ddl sulle intercettazioni telefoniche e i decreti attuativi del federalismo fiscale. Non capisco perché ce l’ha con me, sarebbe stato il suo ragionamento. Quanto alla nuova battuta d’arresto di ieri dell’esecutivo in aula sul ddl lavoro, Berlusconi non se l’è presa con i finiani, precisando che ieri mancavano soprattutto i nostri.

IN CASA PDL TIENE BANCO IL CASO BOCCHINO
“L’assemblea del gruppo parlamentare del Pdl per discutere sulla lettera di dimissioni e su quella successiva di ritiro delle stesse del vicepresidente vicario è stata revocata essendo venuto meno l’oggetto della stessa in seguito alle dimissioni definitive dalla carica consegnate stamattina dall’onorevole Italo Bocchino al presidente del gruppo”, recitava questa mattina un comunicato stampa del gruppo parlamentare Pdl alla Camera dei deputati. E poi la ridda di agenzie sui commenti e su tutte le dietrologie possibili sul caso, dopo che lo stesso Bocchino ha parlato di “epurazione”, testuali parole, voluta niente meno che dal Premier.
Dopo le prime dichiarazioni di rito, sul senso di responsabilità la scelta condivisa eccetera, lo stesso protagonista di questo caso ha fatto esplodere la bomba. Le dimissioni irrevocabili da vicecapogruppo vicario del Pdl alla Camera, sono motivate dal tentativo di fermare il disegno di ”epurazione” di Berlusconi all’interno del Pdl a danno dei finiani, ha spiegato ai giornalisti a Montecitorio, sottolineando che l’obiettivo vero sarebbe quello di Gianfranco Fini. Bocchino ha altresì rivelato di aver avuto un colloquio telefonico con Berlusconi cercando di spiegargli la posizione sua e dei finiani ma di aver avuto davanti a sé un Berlusconi ”concitato” chiuso ad ogni apertura. Lo stesso Berlusconi, ha detto ancora Bocchino, gli avrebbe intimato di non partecipare alla trasmissione ‘Ballarò’ perché non tollerava posizioni diverse dalle sue da parte di dirigenti del partito. Questa non è democrazia, ha detto Bocchino, ma un ”centralismo carismatico” che non si concilia con un partito plurale e democratico.
E ovviamente tutto questo non ha certo rasserenato gli animi. Berlusconi si sarebbe arrabbiato, a quanto dicono fonti vicine al Premier, per questo “sputtanamento” del partito, lo stesso Bocchino ha poco più tardi definito il P.d.l. Partito Della Paura.
Insomma, la telenovela continua.
 

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