Comune e Provincia di Bologna si appellano al Ministro Giulio Tremonti: divo Giulio pensaci tu ai 545 dipendenti del Gruppo Delta che rischiano il posto dopo la stretta messa a segno da Procura di Forlì e Bankitalia nei confronti della Cassa di Risparmio, che controllava un gruppo florido ora da dismettere come un cappotto vecchio.
I 545 dipendenti in mobilità del Gruppo Delta fanno appello a Giulio Tremonti, Ministro dell’Economia, nemico giurato – a quanto pare – della Repubblica di San Marino in questi ultimi tempi.
Più precisamente, la Provincia di Bologna e i sindacati del settore bancario si appellano al Ministro dell’Economia perché renda operativo il Fondo di solidarietà per i lavoratori del credito che fanno parte del gruppo Delta che renderebbe possibile l’attivazione degli ammortizzatori sociali. In ballo ci sono i posti di lavoro di 545 dipendenti, per i quali il gruppo a fine marzo ha avviato la procedura di mobilità.
In effetti è stata una decisione della Banca d’Italia a far crollare il castello in testa ai lavoratori, dopo l’inizio dell’inchiesta Varano fatta scattare dalla Procura di Forlì nei confronti della Cassa di Risparmio, che dall’estero – la Repubblica di San Marino – avrebbe esercitato il controllo sul gruppo. Che allora era florido, dava lavoro a centinaia di persone e rappresentava un fiore all’occhiello per l’economia dell’Emilia-Romagna mentre oggi vede a rischio mezzo migliaio di posti di lavoro.
La situazione è molto complicata sul fronte degli ammortizzatori sociali attivabili. Il settore bancario è escluso dalla legge per il ricorso agli ammortizzatori sociali ordinari, ma può usufruire di un Fondo di solidarietà per i lavoratori del credito, previsto dal contratto, che comporta la possibilità del prepensionamento per coloro a cui mancano cinque anni alla pensione. Con la crisi è stato messo in campo un altro strumento di supporto che prevede, dopo una consultazione sindacale, l’attivazione del Fondo di solidarietà per 12 mesi rinnovabile per altri 12. Ad oggi, però, le nuove disposizioni non sono ancora operative perché il testo è stato firmato dal ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi ma, "incomprensibilmente" rimarca la nota della Provincia, non da Tremonti. Di qui, la decisione di fare appello al ministro della Provincia e dei sindacati, che ieri, presente anche un funzionario del Comune, hanno fatto il punto al tavolo di salvaguardia. Palazzo Malvezzi intende riconvocarlo entro una decina di giorni, invitando anche i commissari per trovare misure alternative ai licenziamenti.