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Wusme, le PMI a San Marino

da Redazione

Parterre du roi per la prima giornata della Conferenza Internazionale dell’Unione Mondiale delle Piccole e Medie Imprese, l’evento ospitato all’interno del Best Western Palace Hotel di San Marino sino a venerdì 23 aprile. Tra i relatori anche il Presidente dell’ANIS Paolo Rondelli, il Rettore dell’Università di San Marino Giorgio Petroni, il Ministro per i lavori pubblici del Kenia Soita Shitanda e il Presidente del C.E.S.A Gian Franco Terenzi e Norbert W.Knoll-Dornhoff, Professore di Politica economica e fiscale presso l’Università Internazionale di Imprenditorialità.

“La maggioranza delle imprese che lavorano a San Marino sono piccole e lavorano nei campi più diversi. In quest’ottica ANIS è impegnata a ricercare nuovi spazi di competitività per disegnare la San Marino del futuro”. Questa, ieri, la sintesi dell’intervento di Paolo Rondelli, Presidente dell’Associazione Nazionale Industria Sammarinese, chiamato al WUSME per presentare la situazione delle PMI a San Marino, che occupano ben 6.000 addetti. Per tutta la prima giornata della Conferenza Internazionale dell’Unione Mondiale delle Piccole e Medie Imprese – l’evento ospitato all’interno del Best Western Palace Hotel di San Marino – si sono susseguiti moltissimi interventi. “Le PMI rappresentano una rete di salvataggio per la popolazione del Kenia” ha affermato il Ministro per i lavori pubblici del Kenia Soita Shitanda, ponendo subito l’attenzione sulle problematiche che le PMI devono affrontare. “Il problema più grande per le PMI del mio paese è la difficoltà di accedere ai finanziamenti assieme all’inadeguatezza dei programmi imprenditoriali e alla mancanza di informazioni relative al mercato”. Il WUSME nasce proprio con l’intento di rispondere a queste difficoltà, offrendo soluzioni concrete ai paesi in via di sviluppo. Un concetto ribadito anche dal Presidente del C.E.S.A Gian Franco Terenzi: “Dobbiamo guardare in faccia ai pericoli a cui tutti i settori dell’economia, in particolare quello che coinvolge le PMI, sono esposti, senza sottovalutarne la gravità, ma senza lasciarci impaurire. Sono convinto che possiamo limitare le conseguenze economiche e sociali della crisi mondiale e creare anzi le premesse di un futuro migliore, se facciamo leva sui nostri punti di forza e sulle più vive energie di cui disponiamo. A condizione che non esitiamo ad affrontare con forza le debolezze del nostro sistema, le insufficienze e i problemi che ci portiamo dietro da troppo tempo. Le PMI e l’Artigianato sono chiamate a svolgere un ruolo chiave nelle economie dei singoli Paesi quali mezzi costruttivamente attivi a servizio della pace e dello sviluppo nel mondo per la diffusione di un messaggio che parla di democrazia economica”. E proprio questo ultimo concetto ha fatto da perno alle parole di Norbert W.Knoll-Dornhoff, Professore di Politica economica e fiscale presso l’Università Internazionale di Imprenditorialità. “La forte interdipendenza tra le economie mondiali ha dato luogo ad una crisi economica globale e ad una tragedia umana. Per aiutare le PMI non si possono chiedere fondi ai Governi, già fortemente in difficoltà, ma imporre al più presto imposte sulle transazioni finanziarie, basate sulla proposta del premio Nobel James Tobin. Il reddito potenziale di questo tipo di imposizione è altissimo. Un tasso di imposizione dello 0,005% potrebbe generare circa 15 miliardi di dollari all’anno, dei quali un sostanziale importo potrebbe essere stanziato per promuovere lo sviluppo economico internazionale e impedire la bancarotta delle PMI in tempi di crisi finanziaria. Questa iniziativa porterebbe fin da subito enormi benefici all’economia senza nulla togliere ai Governi”. Ha seguito l’intervento di Giorgio Petroni, Rettore dell’Università di San Marino, che ha illustrato pregi e difetti delle PMI, con lo scopo di superare i limiti delle stesse. Tra le virtù delle PMI, Petroni ha sottolineato che le PMI favoriscono lo sviluppo dell’imprenditorialità nei territori dove operano e lavorano in regime di contenuta conflittualità, data la quotidiana collaborazione tra dipendente e imprenditore, il quale si comporta come un “buon padre di famiglia”, condividendo i problemi e i successi della sua piccola impresa con i lavoratori. Tra i difetti della PMI Petroni ha posto l’accento sulla mancanza di un adeguato livello di risorse da investire nelle innovazioni tecnologiche, e sulla conseguente limitata differenziazione delle attività produttive. La PMI è abile nel compiere innovazioni di processo produttivo, organizzando al meglio la produzione, ma non ha le competenze tecnologiche necessarie per essere competitiva. Un altro limite della PMI, specialmente in Italia, è lo scarso contatto con i centri di competenza, come le università. Questa lontananza sta andando assottigliandosi negli ultimi tempi, anche grazie ai venti progetti che sono stati messi in campo dall’Unione Europea per avvicinare la PMI all’Università. Un’altra importante opportunità volta a realizzare questo obiettivo è costituita dai parchi scientifici e tecnologici, che hanno come finalità la conduzione, la promozione e il coordinamento tra le attività del mondo della Ricerca e quello delle Imprese. Nati negli Stati Uniti negli Anni 60, questi parchi si sono diffusi in Europa a partire dagli Anni 70, quando c’è stata una riconversione dell’economia che ha mandato in crisi le tecnologie cosiddette hard, molto aggressive nei confronti dell’ambiente. Anche in Italia esistono parchi scientifici e tecnologici. Un esempio è a Trieste, dove si trova l’Area di Ricerca Scientifica e Tecnologica, che gestisce e promuove il Parco. Uno dei principali benefici di quest’ultimo è proprio il trasferimento tecnologico alle piccole e medie imprese. Negli ultimi dieci anni questo Parco triestino ha sviluppato una serie di metodologie che rappresentano delle best practice. E’ in progetto anche un Parco Scientifico e tecnologico che unirà San Marino alle Marche e alla Romagna e sarà un importante punto di riferimento economico con riflessi su tutto il Montefeltro e il Titano naturalmente. “Quando l’attività del Parco genererà spin off, ovvero piccole imprese che nascono dal processo di ricerca e sviluppo – ci ha spiegato Petroni – non saranno ospitate in questa struttura. Quando si arriverà a sviluppare un prototipo che ha caratteristiche tali per essere industrializzato, si esce dal parco scientifico, e si va in realtà industriali che potrebbero anche essere a San Marino o nel Montefeltro. Nel Parco Scientifico si trovano i laboratori delle imprese industriali che fanno ricerca e sviluppo collaborano con i dipartimenti universitari. Così sono nati i Parchi e così devono rimanere. Questa collaborazione interdisciplinare, che genera una gamma di competenze più ampie, produce una maggiore capacità di innovazione. Non bisogna poi dimenticare l’altra funzione essenziale: l’assistenza alle imprese del territorio”.

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