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Riforma fiscale, c’è Gatti? E noi non veniamo

da Redazione

C’è Gabriele Gatti? E allora noi non veniamo. È questa in estrema sintesi la posizione dell’opposizione – compatta – che oggi pomeriggio con ogni probabilità diserterà l’incontro con l’esecutivo per presentare la riforma fiscale. Se non surreale come la definiscono alcuni, la situazione è comunque anomala. E la riforma fiscale rischia di non essere condivisa.

Sono dimissioni oppure no? Ma allora se l’addio del Segretario alle Finanze Gabriele Gatti è già sicuro, non possiamo partecipare ad un incontro (quello in programma oggi, per l’illustrazione all’opposizione del cosiddetto Pacchetto trasparenza e della riforma fiscale) che ruota tutto attorno alla sua figura. Così i partiti che compongono l’alleanza di centrosinistra di San Marino oggi verosimilmente diserteranno, “per coerenza”, come spiegano, l’incontro di oggi pomeriggio con il Governo. A meno che, naturalmente, il Segretario alle Finanze non decida di farsi da parte e non essere presente all’appuntamento.

 

Che la situazione sia piuttosto anomala, con le dimissioni di Gatti già scritte da un paio di settimane ma “congelate” nel frigorifero del suo partito, il Pdcs, in attesa che i tempi maturino per farle diventare effettive (“nel prossimo Consiglio Grande e Generale”, aveva assicurato lo stesso Gatti), è fuori di dubbio. Di fatto però l’opposizione vuole, in questo modo, forzare la mano. E magari anche “scongiurare” l’eventualità che il Segretario alle Finanze finisca per ripensarci nel caso raggiungesse qualcuno degli obiettivi prefissati (la miracolosa cancellazione dalla black list italiana, tanto per dirne una).
“E’ opportuno che la mano passi agli altri nove congressisti", afferma Claudio Felici, capogruppo del Partito dei Socialisti e dei
Democratici, Claudio Felici: “Confidiamo nel suo senso di responsabilità. Sarebbe sconveniente se facesse il maestro di cerimonia, e noi vogliamo instaurare un nuovo rapporto con il governo sui temi importanti per il Paese".
La domanda di Ivan Foschi (Sinistra unita) è ancora più diretta: “Ma fa le valigie o è tutta una finta? Se è dimissionario, la sua presenza a illustrare
una riforma fiscale stride, non ci sembra opportuna".
Giovanni Lonfernini, coordinatore dei Democratici di Centro, esprime la sua perplessità circa la presenza di Gatti all’incontro di oggi (“è una situazione surreale”, se fosse presente “sarebbe una vera e propria farsa”) e si dice preoccupato per la black list: se non si riuscisse a normalizzare i rapporti con l’Italia si correrebbe il rischio di "precipitare all’interno di una vera e propria emergenza".
Anche il segretario del Partito socialista riformista sammarinese, Simone Celli giudica "anomalo il percorso intrapreso dal governo per l’adozione del cosiddetto pacchetto trasparenza, in quanto portato avanti da un segretario di Stato per le Finanze dimissionario e ancor di più condotto senza alcun tipo di coinvolgimento delle forze di minoranza". Tanto più che le nuove normative sono state già presentate all’Italia e la nota diplomatica inviata lunedì alla Farnesina ha ribadito il concetto.
Stando così le cose è immaginabile che la riforma fiscale in primis, ma anche il pacchetto trasparenza, proseguano nel loro iter parlamentare senza essere condivise dai Sessanta. Un altro aspetto su cui vale la pena riflettere.

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