Home FixingFixing Export: per le PMI italiane un piatto da 500 mila euro

Export: per le PMI italiane un piatto da 500 mila euro

da Redazione

Lo prevede la delibera attuativa del Cipe, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 22 marzo. Obiettivo dichiarato: sostenere l’internazionalizzazione delle imprese sui mercati.

Sono previsti fino a 500 mila euro per ciascuna impresa al fine di migliorare la struttura patrimoniale. Lo prevede la delibera attuativa del Cipe pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 22 marzo scorso. La delibera attua in particolare quanto introdotto dall’articolo 6, comma 2, lettera c) della legge n. 133/2008, in materia di sostegno all’internazionalizzazione delle imprese. L’obiettivo è quello di stimolare, salvaguardare e migliorare la patrimonializzazione delle piccole e medie imprese esportatrici al fine di accrescerne la competitività sui mercati esteri. L’agevolazione sarà gestita dalla Simest.

 

Necessario esportare per almeno il 20%

I beneficiari del finanziamento agevolato sono le Pmi esportatrici che abbiano realizzato nei tre esercizi precedenti a quello di presentazione della domanda un fatturato estero pari, in media, ad almeno il 20% del fatturato aziendale totale. Inoltre, le Pmi devono essere costituite in forma di Società per azioni (Spa) al momento dell’erogazione del finanziamento.

 

Finanziamento massimo previsto: 500 mila euro

Il finanziamento massimo concedibile ammonta a 500 mila euro per ciascuna impresa. Altro limite massimo da rispettare è quello del 25% del patrimonio netto dell’impresa richiedente, come risultante dall’ultimo bilancio approvato. L’importo del finanziamento concedibile è inoltre soggetto ad ulteriore abbassamento qualora sia necessario per rispettare quanto previsto dal regolamento comunitario “de minimis” nell’ambito del quale è concessa l’agevolazione.

 

Indice di copertura delle immobilizzazioni: tetto a 0,65

L’obiettivo del finanziamento deve essere quello di portare l’indice di copertura delle immobilizzazioni al di sopra del valore di 0,65, o di mantenerlo elevato qualora già superi tale soglia. Tale valore è dato dal rapporto tra patrimonio netto e attività immobilizzate nette. L’obiettivo dell’intervento è quindi quello di migliorare la copertura delle immobilizzazioni, se dall’ultimo bilancio approvato risulta inferiore al livello soglia di 0,65, oppure di mantenere o superare il livello dell’indice, se dall’ultimo bilancio approvato risulta già uguale o superiore al livello soglia di 0,65.

 

Finanziamento al tasso di riferimento

Il finanziamento viene concesso in due fasi. La prima fase inizia alla data erogazione del finanziamento e termina alla fine del secondo esercizio dopo la data di decorrenza. In prima fase, il finanziamento è erogato al tasso di riferimento comunitario vigente. Se al termine della prima fase le Pmi registrano una flessione dell’indice di ingresso superiore al 5%, sono tenute al rimborso del finanziamento al tasso di riferimento di cui alla normativa comunitaria entro tre mesi dall’approvazione del bilancio del secondo esercizio della fase. Se la flessione è invece contenuta nei limiti del 5% e purché sia rispettato il livello soglia di 0,65, le Pmi possono prorogare di un ulteriore esercizio la prima fase, previa presentazione di fideiussione bancaria o equivalente, al fine di raggiungere nuovamente il livello di ingresso sulla base delle risultanze del bilancio approvato riferito all’esercizio aggiunto.

 

Necessaria una fideiussione per l’indice inferiore a 0,65

Le imprese che accedono alla prima fase con un valore soglia dell’indice inferiore a 0,65 devono presentare una fideiussione bancaria o equivalente a garanzia. In caso di indice superiore, non è richiesta la garanzia, purché sia rilasciato l’impegno a non ridurre l’indice stesso al di sotto del livello risultante dall’ultimo bilancio approvato.

 

Finanziamento al tasso dello 0,5% per ulteriori 5 anni

La seconda fase è riservata alle Piccole e medie imprese che raggiungono il livello di soglia o mantengono il valore dell’indice. In questa seconda fase avviene il rimborso totale del finanziamento, in cinque anni al tasso agevolato pari al 15% del tasso di riferimento comunitario purché non inferiore allo 0,5% annuo. In questa seconda fase, un peggioramento dell’indice determina un passaggio al tasso pieno di riferimento o la necessità di presentare una fideiussione bancaria.

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