Home FixingFixing Diario della crisi del 9 aprile 2010

Diario della crisi del 9 aprile 2010

da Redazione

Dal maggior importatore di beni italiani, la Germania, intanto arriva un dato piuttosto preoccupante: senza l’aiuto dello Stato le vendite crollano.

di Saverio Mercadante

 

Quel fantastico titolo del Tg 5, “Pasquetta piena di sole”, mentre sulla Riviera è piovuto quasi di continuo per 36 ore, anticipava in qualche modo la “bagnata” che gli italiani si sono presi dopo la vacanza pasquale: 19 milioni di euro in più di caro-benzina per il solo rientro a casa. Non è un bello incentivo all’acquisto delle auto. Dal maggior importatore di beni italiani, la Germania, intanto arriva un dato piuttosto preoccupante: senza l’aiuto dello stato le vendite crollano. A marzo le immatricolazioni sono scese del 26,5% su base annua per effetto della fine degli incentivi governativi concessi lo scorso anno. Lo rende noto l’associazione tedesca dei produttori d’auto Vdik precisando che nel primo trimestre il calo registrato è stato del 23%. Qualcosa invece si muove oltre Atlantico e fa dire a molti analisti che la cura Obama sembra funzionare. Nel mese di marzo l’occupazione nel settore non agricolo negli Stati Uniti è aumentata di 162 mila unità. Si tratta del miglior risultato negli ultimi tre anni. Si tratta solo del secondo mese su 27 in cui le aziende americane – piccole, medie e grandi – assumono. Va ricordato che dall’inizio della recessione, a dicembre 2007, sono stati bruciati 8.2 milioni di posti: una voragine impressionante. Solo un anno fa, i posti di lavoro nel settore non agricolo stavano diminuendo ad un ritmo di 700.000 per mese. Subito contraccolpo positivo a inizio settimana a Wall Street e sul petrolio che volano ai massimi degli ultimi 18 mesi. Le quotazioni del greggio si fermano in chiusura a un passo da quota 87 dollari a 86,62, mentre il Dow Jones si blocca a pochi punti dalla soglia psicologica degli 11.000 punti: l’indice chiude in progresso dello 0,4% a 10.973,55 punti, il livello più alto dal 26 settembre 2008. Altra notizia Usa positiva: i compromessi per l’acquisto di case esistenti in febbraio sono saliti dell’8,2%, l’incremento maggiore dall’ottobre 2001.

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