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Le dimissioni di Gatti e la Riforma Fiscale

da Redazione

Nel prossimo Consiglio Grande e Generale saranno ufficializzate le dimissioni del Segretario di Stato alle Finanze Gabriele Gatti. Lo ha annunciato ieri nel corso della conferenza stampa a margine della riunione del Congresso di Stato. Ma la vera novità riguarda la riforma fiscale, che dovrebbe far piacere all’Italia e nel contempo contribuire ad attrarre investitori. "Una riforma rivoluzionaria", l’ha definita il Segretario all’Industria Marco Arzilli.

Sono ormai scritte le dimissioni del Segretario alle Finanze Gabriele Gatti. E ora hanno, di fatto, anche una data di scadenza: il prossimo Consiglio Grande e Generale. Perché in quella data, a quanto ha fatto sapere in occasione dell’ultima riunione del Congresso di Stato, c’è un’eredità che vuole lasciare al Paese, un’eredità che dovrebbe – o vorrebbe – scongiurare la black list italiana, e comunque consegnare quel tanto di fiducia da parte di Roma verso il Titano che possa portare a sotterrare l’ascia di guerra.
Le dimissioni di Gatti, già firmate e consegnate al Segretario del Pdcs Pasquale Valentini, sono "una scelta giusta, indotta ma necessaria", come ha spiegato lo stesso Gatti. Prima dell’addio però passerà in prima lettura la prima tranche della riforma fiscale. Oltre 40 articoli, sottolinea il diretto interessato, che contribuiscono da un lato "a dare risposte all’Italia sul fronte della trasparenza", dall’altro allo sviluppo del Titano, attraverso una "fiscalità moderna e agile".
Saranno per esempio introdotti il reato per la falsa fatturazione, la fiscalità delle persone fisiche e il quoziente familiare; saranno fissati nuovi regimi fiscali per le aziende, per le holding, per i brevetti; verrà riformato il contenzioso e introdotta la tassazione sui redditi prodotti all’estero. Verrà inoltre creata una task force nei corpi di polizia che agisca come nucleo antifrode. Dunque "una serie di norme per rendere la tassazione più appetibile e per garantire una maggiore equità fiscale".
L’ufficialità dell’abbandono dell’uomo forte della Democrazia Cristiana sammarinese, e magari il nome del suo sostituto, si fa ancora attendere. Di fatto però è sempre Gatti a togliere ogni dubbio, durante la conferenza stampa di mercoledì che ha fatto il punto sulla riunione dell’esecutivo: “Sarò segretario di Stato fino al prossimo Consiglio grande e generale, facendo il massimo. Dopo ci sarà un’altra persona che avrà il mio appoggio". Nessun ripensamento, dunque, sulle dimissioni, perché occorre "fare di tutto affinché il Patto vada avanti e risolva le problematiche; e perché termini il chiacchiericcio politico che non interessa i sammarinesi. Tutti nella maggioranza devono lavorare in questa direzione".

ECCO IN SINTESI LA RIFORMA FISCALE
L’articolato della riforma fiscale adesso passerà al vaglio delle forze politiche che cmpongono la maggioranza e quindi verrà illustrato alle forze economiche e sociali. Dovrebbe offrire, almeno nelle intenzioni, nuove opportunità per le imprese che intendono venire a San Marino.
Da una fiscalità a misura di azienda agli obblighi di registrazione; dalla dichiarazione dei redditi telematica all’imposta di bollo virtuale; dalla riforma del sistema delle sanzioni alla revisione della legge sul Clo e sui servizi di vigilanza: sono davvero tante le novità che verranno introdotte. Fino, spiega Gatti, all’ipotesi di un "sistema misto che prevede la monofase per il commercio al dettaglio e l’Iva per tutto il resto delle attività". Alle forze di polizia sarà permesso partecipare all’attività di vigilanza e verrà anche istituto un forum permanente sulla fiscalità.
È ovvio che tutto questo si faccia strizzando l’occhio all’Italia, che deve finalmente capire gli sforzi compiuti dal Titano. In questa direzione vanno anche le richieste e le proposte poggiate sul tavolo dell’esecutivo dagli imprenditori e dall’ANIS in particolare, che proprio mercoledì si sono recati a Palazzo Begni per fare il punto della situazione.
La riforma fiscale introduce strumenti innovativi ma anche maggiori controlli, spiega a sua volta il Segretario all’Industria Marco Arzilli, “una riforma rivoluzionaria”. Arzilli ha inoltre annunciato che a breve sarà pronta la nuova legge per il rilascio delle licenze: per chi incappa in una revoca non sarà possibile per almeno un anno aprire un’altra attività.

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