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Pasqua e caro benzina: “sovrattassa” da 19 milioni

da Redazione

Diciannove milioni di euro. Una “sovrattassa” pasquale che finisce in parte nelle tasche dello Stato, in parte in quelle delle compagnie petrolifere. Che ancora una volta non hanno perso tempo nell’aumentare il prezzo dei carburanti a cavallo con gli spostamenti vacanzieri. Siamo già abbondantemente sopra quota 1,40 per la verde.

Non c’è pace per gli automobilisti italiani, che nell’uovo di Pasqua hanno trovato l’ennesima stangata sul carburante. “I prezzi della benzina continuano a salire. Prima di Pasqua alcune compagnie petrolifere avevano superato la soglia di 1,4 euro al litro per la benzina e di 1,25 euro/litro per il gasolio. Ora c’è chi ha superato 1,42 per la benzina e 1,259 per il gasolio. Così facendo le compagnie petrolifere daranno una stangata ulteriore ai poveri automobilisti tartassati determinando, per il solo rientro dalle vacanze di Pasqua, una ‘sovrattassa’ aggiuntiva pari a 19 milioni di euro”. Lo spiega in una nota il Presidente Codacons, Carlo Rienzi. “Come dimostrano i dati Istat resi noti nei giorni scorsi – aggiunge Rienzi – i continui rialzi della benzina hanno già innescato un meccanismo moltiplicativo sui prezzi, in particolare su tutta la merce trasportata su gomma e rischiano di scatenare pericolosissime aspettative di inflazione. Per questo – sottolinea il presidente Codacons – il Governo avrebbe dovuto dimostrare di non essere succube delle compagnie petrolifere, liberalizzando il settore, favorendo l’ingresso di nuovi competitori, come la grande distribuzione e le pompe bianche, favorendo la trasparenza dei prezzi (vedi benzacartelloni ed insegne luminose) – prosegue Rienzi -. Ma evidentemente il Governo è rimasto a ‘secco’ di misure, visto che è da un anno che annuncia la riforma del settore, senza però aver ancora preso un solo provvedimento. Peraltro – conclude – le poche misure proclamate e mai fatte sarebbero comunque insufficienti e blande anche solo per attenuare lo strapotere delle compagnie petrolifere”.

FEDERCONSUMATORI/ADUSBEF, INTRODURRE ACCISA ‘MOBILE’
I rincari dei carburanti pesano sulle tasche degli utenti – fra costi diretti ed indiretti – per circa 210 euro annui. Occorre allora – sostengono Federconsumatori ed Adusbef – non solo intervenire sul versante speculativo (doppia velocità dei prezzi) e su quello della distribuzione (razionalizzazione ed apertura alla grande distribuzione) ma, soprattutto, procedere ad una sterilizzazione degli aumenti IVA con la realizzazione dell’accisa mobile in modo da compensare tali aumenti e per rendere così almeno stabile la tassazione sui carburanti. E ciò è possibile anche in base alle norme vigenti. "Si tratta di prendere le decisioni conseguenti poiché è improponibile che in mancanza di ciò l’Erario aumenti i propri guadagni, quando aumentano i prezzi" commentano Lannutti e Trefiletti. "Vogliamo ricordare che ogni cent al litro in più per i carburanti consistono in 15 mln per la benzina e 25 mln per il gasolio che qualcuno incassa in più al mese. E dato che nel periodo comprese fra marzo ed aprile la variazione avvenuta è di circa 10 cent al litro, le quantità economiche messe in gioco sono state pari a 150 mln per la benzina 250 mln per il gasolio, per un totale di 400 mln di euro, di cui 80 mln per maggiori tasse entrate nell’Erario". (AGI)

 

LA RICETTA DI ADOC: TAGLIO ACCISE DI 30 CENT E PIU’ DISTRIBUTORI
Riduzione delle accise, abolendo quelle introdotte per gli eventi eccezionali, per un totale di 30 centesimi, e aumento del numero di distributori e pompe bianche: è questa invece la soluzione individuata dall`Adoc per far fronte al caro carburanti. "Occorre abolire le accise introdotte per eventi eccezionali dal 1935 al 2004 – spiega l’associazione dei consumatori – e poi rese permanenti, per un taglio di 30 centesimi di euro sul prezzo al consumo di un litro di benzina. Molte delle accise furono introdotte in seguito ad eventi eccezionali e temporanei, come la guerra di Abissinia del 1935, il terremoto del Belice del 1968 o quello dell`Irpinia dell`80. Nonostante il cessare della situazione straordinaria, le tasse non sono state abolite". "Con il risultato – aggiunge l’Adoc – che oggi siamo costretti a pagare un balzello di 0,30 euro, Iva compresa, per situazioni che hanno avuto la loro fine anche 70 anni fa. Solo queste accise incidono sul costo finale della benzina per il 21%_ tagliandole si otterrebbe un risparmio di circa 360 euro l`anno per automobilista. Inoltre, aumentando il numero delle pompe bianche e dei distributori, dando loro anche la possibilità di vendere prodotti non-oil, si incentiverebbe la concorrenza, con ricadute positive per i consumatori, in quanto si creerebbero le condizioni per un ribasso del prezzo finale della benzina".

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