Home FixingFixing Diario della crisi del 26 marzo 2010

Diario della crisi del 26 marzo 2010

da Redazione

Sul fronte italiano il macigno che forse pesa più di tutti in questo momento è la riduzione dei consumi. Crollati, precipitati.

di Saverio Mercadante

 

Mentre lunedì scorso l’euro scendeva sotto quota 1,35 dollari, ai minimi da tre settimane, sulla scia dei timori per la crisi greca, dalla Germania dell’intransigente Cancelliera Merkel, rifiuto nettissimo di aiuti ad Atene, arriva una bombetta dal quotidiano Die Welt. L’indebitamento pubblico tedesco sarebbe ancora più grave di quanto finora temuto, secondo quanto sostiene un esperto. Il quotidiano stima l’esposizione complessiva in 6,2 miliardi mentre nelle statistiche ufficiali ne vengono dichiarati solo 1,9. “Più dell’indebitamento visibile di Stato federale, Regioni e comuni“, ha sostenuto l’economista Bernd Raffelhueschen, secondo un’anticipazione del quotidiano in edicola, pesano “i debiti nascosti dello stato sociale “. Sul fronte italiano il macigno che forse pesa più di tutti in questo momento è la riduzione dei consumi. Crollati, precipitati. Ma le famiglie sono prese al collo anche dalla quota allarmante e crescente delle spese fisse: incidono per il 30% e oltre della loro spesa. Lo rivela una indagine dell’Ufficio studi di Confcommercio, che ha analizzato la situazione dei consumi familiari dal 1970 a oggi. Telecomunicazioni, informatica e sanità sono le voci di consumo cresciute di più ma insieme al continuo aumento delle spese fisse (affitti, utenze domestiche, servizi bancari e assicurativi). Nel 1970 pesavano per il 18,9% sul totale dei consumi nel 1970, nel 2008 viaggiamo a oltre il 30%. Un fattore devastante che, in combinazione con la recessione, ha stroncato i consumi. Non a caso la miscela è talmente corrosiva, che, secondo l’indagine – tra 2008 e 2009 viene registrato un biennio come uno dei più difficili, assieme all’anno 1993 (-3,1% i consumi sul territorio), sul versante della spesa reale delle famiglie italiane. L’altro segnale di pericolo: nel solo 2009 si è ridotta la spesa reale per servizi. E’ un dato mai rilevato negli ultimi 40 anni, neppure nel ‘93 si era vista una cosa del genere.

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