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Sul treno dell’innovazione la Regione guarda al futuro

da Redazione

Tecnopoli: stanziati 234 milioni di euro per una superficie complessiva di 160 mila metri quadrati. Presentato martedì il progetto. A Rimini due laboratori specifici: ambiente e moda.

Il nome è mutuato dalla Francia, ma l’idea e il progetto è rigorosamente made in Emilia-Romagna. Se il futuro deve passare dalle tecnopoli – vere e proprie ‘cittadelle’ della ricerca industriale che daranno vita a una rete regionale di ricerca permanente e dell’alta tecnologia – la Regione non vuole perdere il treno ad alta velocità di innovazione. Il progetto dei tecnopoli – presentato a Rimini in settimana sotto il nome di “Ambiente e Moda nel Futuro della Città” – mette in campo un intervento di 234 milioni di euro di investimenti, così distribuiti: 130 arrivano da contributi regionali, 90 dalle Università e dai centri di ricerca, 14 dagli Enti locali che contribuiscono a mettere a disposizione aree ed infrastrutture. Saranno circa 160 mila i metri quadrati destinati a questo obiettivo che ospiteranno 46 laboratori di ricerca e 7 centri per l’innovazione, 1.800 circa ricercatori impegnati, dei quali 520 giovani nuovi ricercatori. L’investimento in infrastrutture sarà di 68 milioni di euro; 54 milioni andranno invece per le attrezzature scientifiche e 112 milioni di euro per i contratti dei 520 nuovi ricercatori. Il Tecnopolo di Rimini avrà come sede l’Area Ex Macello Comunale per una superficie di 1.500 metri quadrati. Il personale impiegato sarà pari a 43 unità, di cui 27 strutturate a tempo parziale e 16 nuove assunzioni. I soggetti promotori sono l’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, il Comune di Rimini con il supporto della Provincia di Rimini. All’interno del Tecnopolo di Rimini prenderanno il via due laboratori: Life Cycle Technology e Tecnologie per la Moda. Life Cycle Technology, per la piattaforma “Energia Ambiente”, si occuperà invece di ecodesign industriale, recupero di materiali e di energia dal ciclo di vita dei rifiuti, produzione sostenibile e gestione del ciclo di vita dei prodotti. Le aree di specializzazione previste riguarderanno la gestione sostenibile dei rifiuti; il recupero dei materiali e di energia; le tecnologie e tecniche innovative di recupero di materiali da rifiuti (polimeri e ceramici); i processi chimico fisici e biologici per il recupero di chemicals da rifiuti; la progettazione Ecodesign di manufatti “prodotti verdi” per il mercato; tecniche di “soil washing”; la produzione di polimeri biodegradabili a partire da rifiuti e il sistema innovativo di supporto decisionale (DSS) per la gestione tecnico–economica del ciclo di vita di prodotto mediante LCM-Life Cycle Management. I settori di impatto andranno dall’agricoltura all’agroindustria, passando per l’alimentare, gli arredi legno e mobili, il sistema moda, la meccanica, la ceramica, l’edilizia, la chimica e l’ICT. L’area “Tecnologie per la Moda”, all’interno della piattaforma “Meccanica Materiali”, intende invece sviluppare tecnologie innovative per la moda. Le aree di specializzazione del laboratorio spazieranno dalla modellazione digitale dinamica delle forme degli abiti agli archivi digitali del design della moda e archiviazione 3D di abiti, tessuti e accessori, con un occhi di riguardo ai meta-trend nei consumi e stili di vita, allo studio morfologico e ultrastrutturale di tessuti e materiali; e alla caratterizzazione di nuovi materiali dell’industria tessile (sicurezza tossicologica, uso terapeutico, ecc). Un settore di grande interesse: in questa fase preliminare hanno manifestato interesse al programma di ricerca industriale molte realtà consolidate come Aeffe, Andrea Amadei, Angelo Vintage Palace, Atelier Guia Fashion, Atelier Torri, Calzaturificio Mirabo, Cercal Spa, Estro di Catterina, Factory Maglia, Francesco Ridolfi, Giovanni Rinaldi, Idrorama/Aquafan, M di Macri, Massimo Osti Spa, Nazareno Gabrielli, Pat20 Yuma, P.M., Scuola superiore del loisir, Sirena, Teddy Spa, T.G.P. “Si tratta di un impegno straordinario per la ricerca e l’innovazione, che rappresentano il pilastro dello sviluppo del sistema regionale e del Paese – ha spiegato l’assessore regionale alle attività produttive Duccio Campagnoli -. Importanti davvero i numeri del progetto della Rete per l’Alta tecnologia, una vera e propria impresa per la ricerca industriale, che indicano il valore e la priorità che la Regione ha dato a questo impegno”.

Alessandro Carli

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