Home FixingFixing Diario della crisi del 19 marzo 2010

Diario della crisi del 19 marzo 2010

da Redazione

Le economie dell’area euro nel 2009 hanno perso oltre 2,7 milioni posti di lavoro a causa della recessione.

Allora tanto per capire che cosa è stata questa crisi. E come il lavoro sia la vera catena che inchioda l’economia internazionale. Le economie dell’area euro nel 2009 hanno perso oltre 2,7 milioni posti di lavoro a causa della recessione. E la perdita del sangue del lavoro continua anche se l’ultimo trimestre dell’anno mostra un rallentamento. Secondo i dati diffusi da Eurostat, in un anno il numero degli occupati nell’area euro è sceso dell’1,8% dopo la crescita dello 0,9% dell’anno precedente. Allargando il riferimento a tutta l’UE, i posti di lavoro persi l’anno scorso hanno superato la cifra di 4 milioni di cui quasi 600 mila nell’ultimo trimestre. Un dato, se ce ne fosse bisogno, che conferma che il tunnel è ancora lungo da percorrere, è quello sull’export peninsulare. Nel 2009 il valore delle esportazioni italiane ha registrato una flessione del 21,4%, rispetto all’anno precedente, dovuta a consistenti riduzioni tendenziali dei flussi sia verso i Paesi Ue (-23,7%) sia, in misura più contenuta, verso i Paesi extra Ue (-18,1%). Nelle regioni limitrofe altra conferma: Emilia-Romagna (-23,4%), Marche (-24,5%). Se si fa il confronto con l’economia cinese si capisce abbastanza bene ancora una volta chi sarà la vera superpotenza del terzo millennio: a febbraio le esportazioni del Dragone sono salite del 45,7% su base annua mentre l’import ha visto una crescita del 44,7%. Il surplus commerciale della Cina a febbraio è salito a 7,6 miliardi di dollari. Ma i veri grande nemici di questa crescita senza fine, lo scorso anno la Cina è cresciuta dell’8,5% e quest’anno sfiorerà un rialzo del 10%, saranno l’inflazione e la bolla speculativa finanziaria e immobiliare. E non contenti vi segnaliamo i rumors allarmanti che vengono dalla stampa specializzata italiana: le banche per tenere i conti in ordine restringeranno ulteriormente il credito.

Saverio Mercadante

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