Le economie dell’area euro nel 2009 hanno perso oltre 2,7 milioni posti di lavoro a causa della recessione.
Allora tanto per capire che cosa è stata questa crisi. E come il lavoro sia la vera catena che inchioda l’economia internazionale. Le economie dell’area euro nel 2009 hanno perso oltre 2,7 milioni posti di lavoro a causa della recessione. E la perdita del sangue del lavoro continua anche se l’ultimo trimestre dell’anno mostra un rallentamento. Secondo i dati diffusi da Eurostat, in un anno il numero degli occupati nell’area euro è sceso dell’1,8% dopo la crescita dello 0,9% dell’anno precedente. Allargando il riferimento a tutta l’UE, i posti di lavoro persi l’anno scorso hanno superato la cifra di 4 milioni di cui quasi 600 mila nell’ultimo trimestre. Un dato, se ce ne fosse bisogno, che conferma che il tunnel è ancora lungo da percorrere, è quello sull’export peninsulare. Nel 2009 il valore delle esportazioni italiane ha registrato una flessione del 21,4%, rispetto all’anno precedente, dovuta a consistenti riduzioni tendenziali dei flussi sia verso i Paesi Ue (-23,7%) sia, in misura più contenuta, verso i Paesi extra Ue (-18,1%). Nelle regioni limitrofe altra conferma: Emilia-Romagna (-23,4%), Marche (-24,5%). Se si fa il confronto con l’economia cinese si capisce abbastanza bene ancora una volta chi sarà la vera superpotenza del terzo millennio: a febbraio le esportazioni del Dragone sono salite del 45,7% su base annua mentre l’import ha visto una crescita del 44,7%. Il surplus commerciale della Cina a febbraio è salito a 7,6 miliardi di dollari. Ma i veri grande nemici di questa crescita senza fine, lo scorso anno la Cina è cresciuta dell’8,5% e quest’anno sfiorerà un rialzo del 10%, saranno l’inflazione e la bolla speculativa finanziaria e immobiliare. E non contenti vi segnaliamo i rumors allarmanti che vengono dalla stampa specializzata italiana: le banche per tenere i conti in ordine restringeranno ulteriormente il credito.
Saverio Mercadante