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Uso degli strumenti brevettuali in azienda

da Redazione

Tra ricerca, parere di libera producibilità e sorveglianza brevettale. Un’analisi anche del parere di brevettabilità e protezione: tempi e modi.

Qualsiasi prodotto o procedimento, in qualsiasi settore, dal punto di vista brevettuale rientra in una delle quattro categorie della matrice, spaziando da posizioni di massimo vantaggio competitivo a posizioni di netto svantaggio. Nel seguito ci riferiremo per semplicità discorsiva ad un prodotto, ma quanto detto è valido naturalmente per ogni forma di trovato, come ad esempio un procedimento. Dando uno sguardo ai costi di sviluppo di un prodotto, si evidenzia un andamento esponenziale. È quindi auspicabile indirizzarli verso posizioni di massimo vantaggio, o almeno ridurre la probabilità di dispersione a causa di interferenze con i brevetti di terzi emerse a posteriori. Una progettazione “consapevole” è possibile con un uso corretto degli strumenti brevettuali – ricerca di anteriorità, parere di libera producibilità, sorveglianza brevettuale, parere di brevettabilità e protezione . Per dare a questi strumenti la loro giusta collocazione analizziamo le quattro categorie della matrice.

La tecnologia nota protetta

È quella nota precedentemente al nostro studio e protetta da brevetti di altri. A seconda di quando diventiamo consapevoli di questa interferenza con il nostro prodotto si aprono vari scenari. Se siamo già in fase di commercializzazione, ci troveremo in una morsa dal momento che gli investimenti fatti sono ingenti e al massimo potremo ottenere accordi svantaggiosi. Se invece questa posizione emerge quando lo sviluppo del nostro prodotto è appena partito e la spesa sostenuta è ridotta, possiamo decidere di diversificarci dai prodotti protetti e quindi di rientrare in una delle altre categorie, o alternativamente di raggiungere accordi vantaggiosi per entrambe le parti.

La tecnologia nota non protetta

È quella nota precedentemente al nostro studio e non protetta da brevetti di altri. Questa è naturalmente una condizione di massima tranquillità, ma anche senza alcun vantaggio competitivo, in quanto chiunque può produrre secondo quella tecnologia.

La tecnologia nuova protetta

Un prodotto rientra in questa categoria se è nuovo, cioè si diversifica almeno in parte da quelli noti, e se è stato protetto da noi attraverso la brevettazione. In questa condizione si ha la possibilità di sfruttare al massimo il vantaggio competitivo. Già pubblicizzando la protezione infatti si ha un primo deterrente all’imitazione del nostro prodotto. qualora poi se ne presenti la necessità, possiamo impugnare i nostri diritti di brevetto verso i terzi.

La tecnologia nuova non protetta

Un prodotto rientra in questa categoria se è nuovo, cioè si diversifica almeno in parte da quelli noti, e se abbiamo omesso di fornire una protezione alla sua tecnologia prima di divulgarlo, rendendo così impossibile la sua protezione futura. Il vantaggio competitivo che potremo sfruttare è dato solo dal ritardo che i nostri concorrenti hanno nell’adottare la tecnologia da noi sviluppata e pagata. È quindi auspicabile essere consci in tempo utile della reale novità del nostro prodotto, per fornirgli una tempestiva protezione brevettuale e rientrare così nella categoria precedente. Esaminiamo ora gli strumenti brevettuali e il loro uso per rientrare nelle categorie precedenti.

La ricerca di anteriorità

Le banche dati di brevetti sono un enorme serbatoio di conoscenza, che può essere indagato per argomenti, all’inizio dello sviluppo del prodotto, per sapere “quanto è affollato” lo spazio che vogliamo invadere e per isolare gli argomenti di reale interesse. La ricerca faciliterà il confronto successivo delle soluzioni di dettaglio che svilupperemo con la tecnica nota per stabilirne la libera producibilità e la proteggibilità. Per aumentare le probabilità di ottenere una buona posizione competitiva, si esegue un brainstorming per risolvere svantaggi e difetti della tecnica nota emersa, generando una prima ipotesi di prodotto fattibile.

Il parere di libera producibilità

Quando il progetto ha assunto i connotati di una proposta con caratteristiche ben definite e potenzialmente producibile è necessario effettuare un confronto dettagliato con i diritti di brevetto della concorrenza, per mettere in luce possibili interferenze. In questa fase si analizzano le rivendicazioni dei brevetti emersi, che non sono altro che “l’insieme” delle caratteristiche protette. Ribadisco che è fondamentale in questa fase avere una ipotesi completa di prodotto in quanto il parere di libera producibilità può essere reso solo per la globalità delle caratteristiche e non per una singola caratteristica slegata dalle altre. È praticamente la norma che dal confronto tra il nostro prodotto e i brevetti altrui emergano ostacoli alla riproduzione di un insieme di aspetti. Se scegliamo di uscire da qualsiasi interferenza, per non dover stringere accordi, si genera una seconda fase di brainstorming per modificare l’insieme delle caratteristiche in maniera significativa. Questo aumenta anche le probabilità di sviluppare un prodotto brevettabile. Osservo che ritenere di essere al sicuro da problemi di interferenza con i brevetti altrui semplicemente brevettando il nostro prodotto è un errore. “Un brevetto non è un diritto di produrre ma un diritto di vietare agli altri di riprodurre l’insieme delle caratteristiche che intendiamo proteggere”, e questo fa un mare di differenza perché innesca un meccanismo di dipendenza. Un brevetto altrui sulla caratteristica A ci impedisce di produrre l’insieme di caratteristiche A+B perché dobbiamo per forza riprodurre A. La nostra unica possibilità di libera producibilità in questo caso è inventare B+C, dove C è una valida alternativa ad A. Tuttavia, se l’insieme delle caratteristiche A+B è nuovo, e funziona meglio del prodotto che incorpora solo A, è probabile che l’insieme A+B sia brevettabile anche se non liberamente producibile.

La sorveglianza brevettuale

Un “brevetto” normalmente risulta da un procedimento che parte dal deposito di una “domanda di brevetto” prosegue con il suo esame e termina con la concessione. Durante questo iter è probabile che gli esaminatori sollevino obiezioni tali per cui la domanda di brevetto è emendata, modificando l’ambito di protezione richiesto inizialmente. È quindi opportuno almeno sorvegliare le domande di brevetto più vicine al nostro prodotto per monitorare la loro “effettiva” evoluzione, e prendere eventuali contromisure nel caso sia necessario.

Il parere di brevettabilità

Ha lo scopo di individuare la probabilità di ottenere una protezione ampia e va reso separatamente dal parere di libera producibilità. Come detto sopra infatti un prodotto non liberamente producibile può essere brevettabile, e potrebbe risultare strategico proteggerlo per creare un ostacolo alla concorrenza o una moneta di scambio. All’opposto, un prodotto liberamente producibile potrebbe non essere brevettabile. Dal momento che la brevettabilità è distrutta anche da divulgazioni dell’invenzione fatte da noi stessi, quali la vendita del primo esemplare, la pubblicizzazione, l’esposizione in fiera, ecc. è fondamentale depositare una domanda di brevetto prima di divulgarla.

Ing. Andrea Busca

European, Italian and San Marino Patent Attorney, Community and Italian Design Agent

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