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Antoine de Saint-Exupéry: ecco chi è il piccolo principe

da Redazione

In ‘L’ultimo amore del piccolo principe’ il rapporto tra lo scrittore e la sua creatura. E ora approda anche al cinema: ne vogliono fare un film in 3D da 45 milioni.

Capelli spettinati, pantaloni larghi e una sciarpa svolazzante intorno al collo. Non c’è dubbio, nella copertina di Lettere a una sconosciuta di Antoine de Saint-Exupéry c’è l’indimenticabile personaggio da lui creato, Il piccolo principe che viaggia per cielo e terra, incontrando ubriachi, vanitosi e re, prima di raggiungere il deserto e quell’aviatore a cui racconterà la sua storia. E il deserto sembrerà meno terribile e immenso quando verrà riempito dalle parole di un bambino “dai capelli color del grano” innamorato di una rosa, amico di una volpe, capace di educare alla legge del cuore l’aviatore, e con lui ottanta milioni di lettori. Un libro da rileggere da adulti, per riscoprire la profondità e lo stupore dell’esistenza. Un libro che come annunciano due produttori francesi diventerà un film d’animazione in 3D da 45 milioni di euro. Non è il primo tentativo di “animare” il principino – ne hanno fatto un cartone a episodi i giapponesi negli anni Ottanta e i francesi nel 2008 – ma se “L’essenziale è invisibile agli occhi” ogni tentativo risulta un accanimento eccessivo. Non bisognerà però aspettare questa trasposizione per vedere un nuovo aspetto dell’amato personaggio. In “Lettere a una sconosciuta. L’ultimo amore del piccolo principe” c’è in lui una malinconia che l’autore svela per la prima volta. Mentre scrive alla sua donna – una donna giovane, già sposata, da cui è stato folgorato sul treno per Algeri – Saint-Exupéry disegna il piccolo principe e lo fa diventare apertamente una parte di sé, gli mette in bocca i suoi pensieri, la sua tristezza, la sua insofferenza nell’attesa di questa petit fille che amerà nel suo ultimo anno di vita. Ed è grazie a lei – e alle lettere ritrovate e riunite nel volume della Bompiani – che scopriamo il legame profondo tra lo scrittore e la sua immortale creatura. Il piccolo principe è dentro Saint-Exupéry. È lui che esulta all’idea di una nuova primavera quando incontra la donna. Ed è lui che soffre rovinato dalle sue poche attenzioni, da lei ucciso, perché “Un piccolo principe scettico non è più un piccolo principe”. Le voci di autore e personaggio si sovrappongono. Ma poi c’è l’uomo. L’uomo che dentro ha il candore e la vitalità del principino (“Ascolti la musica del cuore: è bellissimo per chi è capace di sentire”) ma che fuori non è più giovane e ha paura per ciò che non potrà più essere: “Niente ha importanza nella vita. (Nemmeno la vita). Addio, roseto”. Ma l’addio non c’è stato. Saint-Exupéry e il suo piccolo principe sono rimasti insieme fino alle fine. E fino alla fine sono rimasti insieme lo scrittore e la signorinella delle lettere. Insieme fino al mistero, fino a quel volo sul Lockheed P-38 Lightning da cui non è più tornato. Ma questa è un’altra storia.

Simona B. Lenic

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