L’ANIS commenta così il progetto legislativo presentato in prima lettura al CGG: “Con gli interventi ipotizzati, da una nostra proiezione, il costo annuo complessivo dei vari provvedimenti supererà i 7 milioni di euro. Il costo del lavoro aumenterà per le imprese del settore manifatturiero, mentre diminuirà per il commercio, il turismo, l’artigianato e la piccola impresa”.
Lancio di San Marino Fixing, in distribuzione da venerdì 5 marzo.
Il progetto di Legge di riforma degli ammortizzatori sociali potrebbe avere ricadute piuttosto importanti sulle imprese sammarinesi. L’Associazione Nazionale dell’Industria Sammarinese commenta così – in una lettera inviata al Segretario di Stato per il Lavoro Gian Marco Marcucci – il progetto legislativo presentato in prima lettura al Consiglio Grande e Generale nello scorso dicembre e ancora in progress. “Con gli interventi ipotizzati – spiega l’ANIS – da una nostra proiezione, il costo annuo complessivo dei vari provvedimenti supererà i 7 milioni di euro. Il costo del lavoro aumenterà per le imprese del settore manifatturiero, mentre diminuirà per il commercio, il turismo, l’artigianato e la piccola impresa”. Settori, quest’ultimi, per i quali lo Stato si è sempre assunto l’onere di ripianare i rispettivi fondi pensione al punto che, annotano gli industriali, “anche nel 2009 ha pagato circa 12 milioni di euro, somma che corrisponde al 20% del monte stipendi e salari annuo degli interessati”. L’associazione presieduta da Paolo Rondelli è stata, all’inizio dello scorso anno, tra le prime voci a sostenere che il reddito delle famiglie doveva essere protetto e che gli ammortizzatori sociali dovevano essere potenziati, evidenziando che i posti di lavoro vengono creati dall’impresa che sta sul mercato, e che deve poter fare affidamento – per competere – sui migliori profili professionali. Nella proposta di legge di riforma, annota l’ANIS, “sembra che siano gli Uffici pubblici e/o la politica a creare occupazione. La stipula dei patti di servizio è quindi condizione indispensabile per il percepimento di qualunque tipo di indennità” e, pertanto, “è facile prevedere che saranno numerosi e quindi difficili da seguire singolarmente”. Mobilità e disoccupazione si sommano e i periodi indennizzati si sospendono per diverse cause: malattia, gravidanza, ecc. L’indennità prevista “per i casi di inidoneità – prosegue – può durare tecnicamente sino a 365 giorni – attraverso il ricorso all’indennità economica temporanea – ai quasi si sommano 365 giorni di indennità economica. A questo, si aggiunge un’ulteriore indennità di disoccupazione”. “Premesso che non è sostenibile dalle imprese un incremento del costo del lavoro – aggiunge l’associazione -, è del tutto evidente che il nuovo fondo cassa per gli ammortizzatori sociali, anche ipotizzando l’aumento dello 0,50% dei contributi a carico del solo settore manufatturiero, non avrà entrate sufficienti per la copertura di tutte le erogazioni”. Per il periodo 2010-2012 il deficit del fondo sarà finanziato con i residui attivi della Cassa Compensazione dell’ISS. Dopodiché, segnala Assoindustria, “si porrà il problema di individuare un’ulteriore fonte di finanziamento. Inoltre è previsto un ulteriore incremento degli oneri contributivi, oltre allo 0,50% già citato, sempre a carico delle sole imprese manifatturiere”. Che, in base al progetto di Legge, sarà dello 0,40% per l’indennità economica e dello 0,10% per gli assegni familiari. Tutte queste contribuzioni, evidenzia l’ANIS, “alimentano fondi che devono mantenere la loro destinazione e non essere impiegati per altre finalità. Ricordiamo che l’Istituto di Sicurezza Sociale ha accantonato, negli anni, oltre 80 milioni di euro nella Cassa Compensazione”. La missiva dell’Associazione Nazionale dell’Industria Sammarinese si spinge, alla fine, verso la norma sulla Cassa Integrazione Guadagni: “La modifica della normativa comporta una revisione dei programmi-paghe, con costi aggiuntivi per gli operatori. Cambiano le regole decisionali della Commissione, superando il principio dell’unanimità. La gestione della qualificazione, finanziata anche dalle imprese, deve restare affidata alle parti sociali e al Governo”.
Alessandro Carli