Home NotizieSan Marino Si sblocca il Prg per le aree produttive

Si sblocca il Prg per le aree produttive

da Redazione

Meglio tardi che mai. Nel momento di massima contrazione dei mercati la Commissione Territorio ha dato il via libera alla modifica del Prg per rispondere (anche) all’esigenza di espansione delle imprese sammarinesi, imprese che già da anni ormai chiedono nuovi sbocchi per far fronte alle proprie necessità. Il Pdl, che ha avuto la contrarietà di Sinistra Unita, prevede anche interventi pubblici per scuole e parcheggi.

La commissione Territorio ieri ha dato il via libera a maggioranza (otto i voti favorevoli, due i contrari e cinque gli astenuti) al progetto di legge di modifica del Piano regolatore generale del 1992 "per l’attuazione di interventi a favore delle imprese e per la realizzazione di infrastrutture pubbliche". Sulla carta si dovrebbero aprire dunque nuove opportunità per le imprese che vogliono espandersi o stabilirsi nella Repubblica di San Marino.
Si tratta, ha spiegato in aula il segretario di Stato competente, Gian Carlo Venturini, di un’eredità del precedente governo, con cui si dà "risposta alla necessità di diverse aziende di potere avere a disposizione aree per espandersi", ma anche a una serie di interventi pubblici su scuole e parcheggi. In gran parte, ha aggiunto Venturini, si tratta di terreni pubblici.
Tra i partiti di opposizione, il più critico è Sinistra unita, che infatti annuncia il proprio voto contrario, lamentando più volte, attraverso gli emendamenti, respinti, del consigliere Vanessa Muratori, come alcune aree sottoposte a vincolo naturalistico vengano trasformate in produttive. "Quello che serve – sottolinea – è un nuovo piano regolatore, dato che quello del ’92 è esaurito da tempo". Inoltre, aggiunge il capogruppo di Su, Alessandro Rossi, non è stata messa in campo "una riflessione complessiva sulla dislocazione delle aree produttive, né una valutazione sul riutilizzo di un territorio già molto sfruttato". Insomma servirebbero "maggiori dettagli".
Più morbida, sebbene non manchino le critiche, la posizione degli altri partiti di opposizione, che si orientano verso il voto di astensione. "Manca un progetto di rilancio dell’economia me se le aziende devono ampliarsi è bene che lo Stato intervenga", commenta il capogruppo dei Socialisti riformisti, Paolo Crescentini, sottolineando la necessità che le imprese presentino però un progetto industriale. "Condividiamo la possibilità di offrire aree alle aziende e gli interventi pubblici, ma altre cose non erano opportune, come la variante a Ca’ Chiavello, e altre andrebbero sviscerate meglio", prende la parola il consigliere del Partito dei socialisti e dei democratici, Marino Riccardi, chiedendo che per le aree private si arrivi a un accordo prima della seconda lettura e di portare in Consiglio i piani aziendali: "Serve oculatezza per evitare speculazioni". Annunciano l’astensione anche i Democratici di centro, con il capogruppo Pier Marino Mularoni che sottolinea come l’intervento, "di cui si parla da anni, andrebbe rivalutato alla luce dell’evoluzione del nostro sistema economico e di un piano di sviluppo che non c’è. Così rischiamo di fare interventi al buio".
Per la maggioranza, invece, sottolinea il consigliere del Nuovo partito socialista, Maurizio Rattini, "il progetto di legge è fatto per affrontare le difficoltà delle aziende. Dobbiamo accelerare per dare risposte che si aspettano da anni".

 

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