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Mills corrotto e colpevole, ma salvo per prescrizione

da Redazione

L’avvocato David Mills si è salvato in calcio d’angolo. La Cassazione ha sentenziato che il reato di corruzione in atti giudiziari commesso da Mills c’è stato, ma non è condannabile per prescrizione. L’avvocato inglese deve risarcire con 250 mila euro la Presidenza del Consiglio, in quanto parte civile.

 

Mills si è salvato sul filo di lana. L’avvocato inglese, condannato in primo e secondo grado a 4 anni e 6 mesi di prigione, è stato assolto per decadenza dei termini dalla Cassazione. Il legale dovrà pagare 250 mila euro come risarcimento alla Presidenza del Consiglio, che si era costituita parte civile. Inoltre è obbligato a sborsare 10 mila euro per le spese processuali. I difensori di Mills, Alessio Lanzi e Fabrizio Lecconi, commentano così i fatti “siamo soddisfatti, anche perché venivamo da una sentenza di condanna d’appello piuttosto pesante”. I magistrati della Cassazione hanno confermato l’accusa di corruzione in atti giudiziari a favore di Silvio Berlusconi, ma hanno annullato la condanna per prescrizione. In passato gli inquirenti avevano fissato la data del reato al 29 febbraio 2000, mentre in seguito al dibattimento è emerso che i fatti sono avvenuti a novembre del 1999, quindi il reato è caduto in prescrizione e Mills si è salvato da una pena certa. La sentenza è destinata a influire anche sul processo “gemello” al premier Berlusconi. Con buone probabilità anche questo procedimento cadrà in prescrizione, mancano solo 11 mesi alla decadenza dei termini di legge. Quindi tra testimoni da risentire o interrogare per la prima volta, rogatorie da richiedere e il “legittimo impedimento”, che verrà ridiscusso a breve, si prospetta una fine analoga anche per il premier. Piero Longo, uno dei legali di Berlusconi, ha dichiarato “"è prematuro fare commenti su una sentenza della Cassazione di cui non conosco il dispositivo. In ogni caso, quello che ha deciso la Suprema Corte riguarda solo Mills e non anche il mio assistito. Succede spesso che ci siano sentenze difformi dalle Sezioni Unite della Cassazione”. “La prescrizione non cancella il reato e questa sentenza resta una condanna morale per il premier. La corruzione c’è stata e in un altro Paese civile il premier si sarebbe già dimesso” il commento di Massimo Donadi dell’Idv.
 

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