Home FixingFixing Diario della crisi del 26 febbraio 2010

Diario della crisi del 26 febbraio 2010

da Redazione

Mentre lo sciopero in Lufthansa fa saltare migliaia di voli e costa alla compagnia tedesca 25 milioni di euro al giorno.

Mentre il fatturato dell’industria italiana nella media del 2009 è crollato del 18,7% rispetto al 2008 (a picco anche gli ordinativi, che hanno segnato un -22,4% rispetto all’anno precedente; e l’Istat precisa che si tratta del peggiore calo dal 2000). Mentre in Fiat iniziano due settimane di cassa integrazione in tutti gli stabilimenti di Fiat Auto (il provvedimento riguarda 30.000 lavoratori dei siti di Mirafiori, Termini, Sevel, Melfi, Cassino e Pomigliano), la spy story finanziaria cala sulla Grande Crisi. I servizi greci, spagnoli e francesi indagano e accusano fondi d’investimento inglesi e Usa. Il servizio segreto greco – l’Eyp – punta l’indice quattro fondi d’investimento: tre americani (Moore Capital, Fidelity International e Paulson & Co), e un inglese (Brevan Howard, il maggior gestore di hedge funds d’Europa). Ma è tutta l’intelligence del Vecchio Continente in ebolizzione. Il Cni, il servizio segreto spagnolo, è all’opera, in collaborazione con gli 007 francesi ed inglesi. “I quattro fondi – sostiene un’informativa dell’Intelligence ellenica rivelato dal quotidiano greco To Vima – hanno assunto posizioni corte sul debito greco vendendo massicciamente e quotidianamente i nostri bond a dicembre per poi ricomprarli una volta scese le quotazioni. Approfittando del clima sfavorevole all’economia del nostro Paese e di rapporti che mettevano in dubbio la capacità di Atene di far fronte ai suoi debiti, questi fondi hanno incassato elevati utili”. Il Cni indaga le pressioni speculative sulla Spagna, ha scritto il filo-governativo El País, secondo cui esiste all’interno dell’Intelligence una sezione ad hoc, la Economica, che è sulle tracce di investitori e persino della stampa anglo-sassone per verificare se c’è stata una cospirazione.

Saverio Mercadante

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