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San Marino, intollerabile paradiso fiscale in casa

da Redazione

Non usa giri di parole Cosimo d’Arrigo, comandante della Guardia di Finanza, riferendosi a San Marino. La piccola repubblica viene definita infatti "un’intollerabile paradiso fiscale in casa”. Combattuto con vigore a colpi di controlli e con lo svuotamento dei forzieri tramite lo scudo fiscale. D’Arrigo in un’intervista al Sole-24 Ore parla di 791 fenomeni evasivi rilevati sul Titano.

San Marino? Un’intollerabile paradiso fiscale in casa”. Lo ha detto ieri sul Sole 24-Ore Cosimo D’Arrigo, comandante della Guardia di Finanza, parlando dell’azione di contrasto dell’evasione fiscale all’estero, che lo stesso comandante D’Arrigo definisce “l’altra faccia della medaglia” dell’operazione di svuotamento dei paradisi fiscali attraverso lo scudo.
"Impensabile", secondo D’Arrigo, avere un paradiso fiscale inglobato all’interno del sistema produttivo italiano anche se, precisa, "non c’è solo San Marino". D’Arrigo parla di settecentonovantuno fenomeni evasivi rilevati sul Titano, contro i 650 che interessano la Svizzera, i 118 riguardanti l’Austria, e ancora 23 in Liechtenstein, 20 nel Principato di Monaco, 23 per il Lussemburgo, mentre i restanti il Regno Unito, la Slovenia, il Portogallo e l’Olanda.
Molto "importanti" gli strumenti giuridici recentemente messi a disposizione dal legislatore, osserva D’Arrigo. Soprattutto la nuova norma sulla "presunzione legale", introdotta dall’articolo 12 del decreto anti-crisi approvato l’estate scorsa, quello dello scudo fiscale (dl 78/09), secondo cui gli investimenti e le attività di natura finanziaria detenuti nei paradisi fiscali in violazione delle norme sul monitoraggio si presumono costituite ai soli fini fiscali, salva prova contraria, mediante redditi sottratti a tassazione. In 30 casi è già stata applicata, con proposte di recupero a tassazione che al momento si aggirano sui 40 milioni di euro.
Il Comandante d’Arrigo rivela inoltre che ci sono in corso circa 1.660 fra verifiche, indagini di polizia giudiziaria e altre investigazioni sui casi di trasferimenti di capitali e investimenti all’estero non dichiarati, esterovestizioni di persone fisiche e società di riciclaggio di proventi da evasione fiscali".
Base della strategia investigativa, i "controlli degli intermediari di confine che hanno rapporti più stringenti con i paradisi fiscali" e gli accertamenti sui conti che rappresentano uno strumento "utile per l’analisi di rischio volta all’individuazione dei casi di evasione".
 

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