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Vuoi la cassa integrazione? rinuncia al processo

da Redazione

Proposta indecente della ThyssenKrupp a trenta suoi dipendenti. L’azienda per concedere ai suoi operai la cassa integrazione in deroga, pretende che non si costituiscano parte civile nel processo e che vengano azzerati tutti gli accordi precedenti. Durissima la risposta dei sindacati “una vera provocazione”.

Non c’è pace per gli operai della Thyssen. L’incontro tra sindacati e i vertici dell’azienda, svoltosi nei palazzi della Regione Piemonte, si conclude con un nulla di fatto. Il prossimo 3 marzo scade la cassa integrazione straordinaria per 30 lavoratori, e l’azienda per rinnovare il provvedimento chiede ai suoi dipendenti di non costituirsi parte civile, nel procedimento per il rogo omicida del 2007, e che vengano azzerati tutti gli accordi precedenti. Condizioni inaccettabili per i sindacati di categoria. “L’azienda, settanta giorni fa, ha aperto una procedura di mobilità obbligatoria, nella logica di rendere obbligatori i licenziamenti. Su questa ipotesi, il sindacato ha detto di no. Nell’incontro abbiamo chiesto che venga ritirata questa mobilità obbligatoria e che, al termine della cassa si avvii un percorso di cassa in deroga di otto mesi, con il prolungamento degli incentivi all’esodo” le parole di Fabio Carletti della Fiom. E Claudio Chiarle della Fim dice “L’azienda ha sempre cercato, sbagliando, di sovrapporre le vicende sindacali alle sue vicenda giudiziarie”. Sulla questione interviene anche il capogruppo Pd nella commissione lavoro della Camera, Cesare Damiano “quello della ThyssenKrupp è un ricatto inaccettabile, il ministro Sacconi intervenga immediatamente”.
 

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