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Vancouver, l’Italia colleziona quarti posti

da Redazione

Ancora un quarto posto per l’Italia che a Vancouver continua a collezionare le "medaglie di legno", quelle che non valgono nulla, che non possono essere esibite nei bilanci finali. E a proposito, queste olimpiadi non vedono certo brillare il medagliere azzurro, ancora senza ori. Ma oggi tocca ai gigantisti, con grosse ambizioni. Ed entra in scena, finalmente, anche Carolina Kostner.

Un’altra giornata senza salire sul podio, a Vancouver, per l’Italia. In compenso la collezione italiana di medaglie di legno si amplia dopo l’undicesima giornata alle Olimpiadi di Vancouver. Ai quarti posti di Johanna Schnarf e Werner Heel in super-G e quello nel doppio di slittino si è aggiunto nella notte lo sci di fondo, con Magda Genuin e Arianna Follis ai piedi del podio nella team sprint a tecnica libera. "Ho fatto veramente fatica nell’ultima salita, mi dispiace per la mia compagna ma ho dato tutto quello che avevo in corpo. Se fossi rimasta con le migliori, forse Arianna avrebbe potuto lottare per il podio", ha spiegato la bellunese. Terribilmente realista nella sua analisi la piemontese: "Per arrivare nelle prime tre occorreva una caduta di qualche avversaria, personalmente mi sono mancate le gambe nella fase finale. Non abbiamo mai pensato alle medaglie, ci siamo solamente dette prima del via di divertirci e basta. Guardiamo il bicchiere mezzo pieno – ha aggiunto la Follis – ci siamo confermate nel gruppo delle più forti. Adesso guardiamo alla staffetta, se prendiamo come punto di riferimento le altre gare ci siamo difese bene. La favorita? La Germania sembra sempre in difficoltà, poi a conti fatti è puntualmente nelle prime posizioni". Delusione anche nella prova maschile dove gli azzurri non sono andati oltre l’ottavo posto che ha fatto infuriare Cristian Zorzi. "Ho bruciato troppe energie per recuperare il buco causato dalla caduta a cui mi ha costretto il tedesco. Avrei voluto dare un cambio conclusivo migliore a Pasini, è stata una finale tirata in tutte le manches. Purtroppo gli inconvenienti ci sono costati moltissimo". Renato Pasini ammette: "Ce ne sono capitate di tutti i colori fra cadute e quant’altro. Però sinceramente non sono convinto che potessimo lottare per il podio. Avevamo riposto tante aspettative in questa gara, mi dispiace moltissimo non avere raggiunto l’obiettivo". In campo maschile l’oro è andato ai norvegesi Oeystein Pettersen e Petter Northug, argento per i tedeschi Tim Tscharnke e Axel Teichmann. Bronzo alla Russia (Nikolay Morilov-Alexey Petukhov). La Germania centra il bersaglio grosso nella femminile con Evi Sachsenbacher Stehle e Claudia Nystad davanti alle svedesi Charlotte Kalla e Anna Haag e alle russe Irina Khazova e Natalia Korosteleva.
Medaglie assegnate anche nel pattinaggio di figura a coppie dove gli azzurri Federica Faiella e Massimo Scali si sono classificati quinti (199.17). Oro ai canadesi Tessa Virtue e Scott Moir (221.57) davanti alla coppia statunitense formata da Meryl Davis e Charlie White (215.74). Bronzo per i russi Oksana Domnina e Mixim Shabalin (207.64). Nel salto l’Austria si è aggiudicata la medaglia d’oro, difendendo così il titolo di Torino, davanti alla Germania, argento, e alla Norvegia che ha preso la medaglia di bronzo.

GIGANTISTI AZZURRI IN PISTA, KOSTNER AL DEBUTTO A VANCOUVER
Dita incrociate oggi per l’Italia impegnata alle Olimpiadi di Vancouver. Lo sci alpino chiama a raccolta gli specialisti delle gare tecniche, la pista lunga aspetta Enrico Fabris mentre il Pacific Coliseum sarà teatro dell’esordio di Caterina Kostner nel pattinaggio di figura. La pattinatrice di Bolzano sarà impegnata nel programma corto. Da due giorni si allena sul ghiaccio dell’impianto che ospiterà le gare e tutto sembra proseguire senza intoppi. Oggi comincia la sua Olimpiade per cancellare la delusione di quattro anni fa. In scena sui pendii di Whistler il gigante maschile. L’Italia punta su Max Blardone, Davide Simoncelli, Manfred Moelgg e Alexander Ploner.
Blardone è alla sua terza olimpiade e spera di raccogliere i frutti di un lavoro svolto praticamente in solitaria. In coppa del mondo quest’anno vanta una vittoria, un secondo e un quarto posto. "Quest’anno ho fatto scelte importanti per arrivare al top della forma per l’Olimpiade, lavorando serenamente e portando avanti il mio programma. Ho fatto tutto quanto era nelle mie possibilità – ha spiegato il gigantista – l’atteggiamento è quello giusto e mi sento carico. Sarà una gara con distacchi minimi perché tanti atleti sono in grado di salire sul podio e andranno fortissimo, senza risparmiarsi. La soddisfazione di vincere una medaglia è qualcosa di indescrivibile, siamo qui per attaccare al massimo. Il fatto che l’Italia non abbia ancora preso una medaglia nello sci non mi preoccupa, andiamo avanti per la nostra strada". Simoncelli, quest’anno secondo in Alta Badia, chiede il conto alla fortuna: "A Torino quattro anni fa andò male, scendo in pista con l’intenzione di fare un bel risultato, in questa stagione sono riuscito a rimanere lontano dai dolori alla schiena come forse mai in questi ultimi anni, spero di raccogliere il frutto del mio lavoro". Nessun acuto finora neanche ai mondiali: "La forma è ottima, non vedo l’ora di cominciare. Sono fiducioso, il fatto di non avere conquistato mai podi fra Olimpiadi e Mondiali deve servirmi soltanto da stimolo anziché procurarmi tensione". Archiviata la supercombinata dove non ha brillato per Moelgg è finalmente arrivato il suo momento: "Sono arrivato in Canada da più di due settimane. E’ stata lunga aspettare tutto questo tempo per gareggiare, però allo stesso tempo ho potuto lavorare bene sia in slalom che in gigante. Arrivo con un buono stato di forma, vedremo in pista chi sarà il migliore. L’Olimpiade è un appuntamento diverso dalla Coppa del mondo, anche se le gare sono sempre quelle, per l’atmosfera e la tensione che si vive. Qui in gigante due anni fa andai bene, posso fare un bel piazzamento sia fra le porte larghe che fra le porte strette". Per Alexander Ploner, 31 anni, si tratta di una chance forse irripetibile: "Mi sono allenato tanto per raggiungere questo traguardo, torno a correre in un’Olimpiade a otto anni di distanza dalla prima volta, spero di non sbagliare come ho fatto a Salt Lake City". Lo sci azzurro maschile aspetta di uscire dall’incubo in cui è piombato dal 1994 quando a Lillehammer Alberto Tomba conquistò l’argento nello slalom. Da quel momento il vuoto, a tenere alto l’onore azzurro fino al 2002 sono state le donne. "Mi dispiacerebbe enormemente uscire da questa Olimpiade senza medaglie, ma farebbe parte del gioco", ha ammesso il ct Claudio Ravetto: "Spero di rivedere nei ragazzi del gigante lo stesso spirito dei loro compagni che hanno preso parte al supergigante. Sarei già contento di vedere nei miei atleti l’atteggiamento di aggressività che sono capaci di mettere in pratica".
Dopo aver fallito nelle specialità a lui più congeniali (1.500 e 5.000) Enrico Fabris potrebbe rinascere proprio nei 10.000 del pattinaggio di velocità. L’Italia punta su di lui e sugli altri azzurri soprattutto nella prova a squadre, per difendere l’oro di Torino, oggi però, dopo due giornate da dimenticare, il pattinatore di Asiago potrebbe finalmente dimostrare di aver voltato pagina e di aver ritrovato lo smalto di un tempo. Nelle prime due gare "tutto è andato storto" ma per i 10.000 "non ci sono stati cambiamenti nella mia preparazione", ha spiegato, "sono sicuro che è quasi perfetta. Ho fatto del mio meglio e continuerò a farlo. Voglio fare una grande gara. Bisogna lottare con il cuore e con la mente fino alla fine". Per Luca Stefani invece si tratterà dell’esordio olimpico.
Azzurri in gara anche nella prova a squadre della combinata nordica con il bronzo Alessandro Pittin a guidare la squadra formata da Armin Bauer, Giuseppe Michielli e Lukas Runggaldier. Nella staffetta 4 x 6 Km femminile di biathlon in pista al Whistler Olympic Park Roberta Fiandino, Katja Haller, Karin Oberhofer e Michela Ponza.
Allo sliding center al via le prime due manche di bob femminile con Jessica Gilarduzzi e Laura Curione. Mancano sette giorni alla fine dei Giochi, quattro medaglie e nessun oro è un bottino troppo esiguo da riportare in patria.

SCI, ANCHE LE GIGANTISTE AZZURRE A CACCIA DI MEDAGLIE
"Non dobbiamo nasconderci, tutte e quattro le nostre ragazze sono in grado di entrare nelle dieci, la neve è bella così’ come la pista. Sono molto tranquillo e fiducioso perché abbiamo fatto tutto quello che serviva per prepararci al meglio". C’e’ ottimismo nelle parole di Michael Mair, direttore tecnico delle azzurre del gigante che domani, a Whistler, cercheranno un posto sul podio nella gara olimpica dei Giochi di Vancouver. L’Italia schiera Denise Karbon, Manuela Moelgg, Federica Brignone e Nicole Gius. Tutte, sulla carta, possono sperare. "Non ho pura di sbagliare, i due quarti posti di Val d’Isere sono amari ma ormai alle spalle", le parole della Karbon riferite ai piazzamenti ottenuti nei Mondiali di un anno fa in gigante e slalom. "L’infortunio al ginocchio è dimenticato, in allenamento riesco a dare il 100% sotto il profilo tecnico e anche mentale. La fiducia e la condizione sono vicine al top. Sarà una bella prova per me e voglio dare il massimo anche perché potrebbe essere la mia ultima Olimpiade", dice la 29enne di Bressanone, regina della specialità in coppa del mondo nel 2008 e poi frenata dagli infortuni. "A Soelden sembrava di cominciare una bella stagione, lo stop per il ginocchio ha un po’ modificato i programmi ma sono ancora qui a competere per il podio. Le avversarie? Le americane stanno andando molto forte, hanno già vinto medaglie e quindi spingeranno perché non hanno più nulla da perdere", sottolinea.

 

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