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Bode Miller da urlo Paris sogno infranto

da Redazione

E’ stata una super domenica per gli Usa, grazie a due Miller: Bode si aggiudica la sua prima medaglia d’oro olimpico (incredibile che sia la prima, vero?) mentre Ryan Miller sulla pista bianca dell’hockey fa le pentole e anche i coperchi, parando l’imparabile e gelando gli oltre 18 mila spettatori dell’attesissima sfida al Canada padrone di casa. Per l’Italia delusione in supercombinata, con Dominik Fabris che sogna il podio dopo la libera ma poi scivola indietro nello slalom.

Una leggenda, un personaggio, un vincente che va oltre ogni limite. Bronzo in discesa, argento in superG, oro in supercombinata: Bode Miller completa il suo personale podio conquistando il metallo più prezioso nella terza gara a cui ha preso parte alle Olimpiadi Invernali di Vancouver. Sulla pista di Creekside, il fenomenale americano ha preceduto il croato Ivica Kostelic e lo svizzero Silvan Zurbriggen (rispettivamente argento e bronzo), completando nel migliore dei modi una rimonta cominciata dopo il settimo posto nella discesa del mattino, mentre Aksel Lund Svindal si dannava per l’uscita di pista nella seconda parte dopo avere condotto in discesa con buon margine sulla concorrenza. Dopo i due argenti di Salt Lake City in combinata e gigante, l’oro conquistato in Canada e’ il primo alle Olimpiadi per il 32enne di Franconia. "E’ mentalmente ed emotivamente faticoso fare tutto questo dopo anni e anni di nulla – ha ammesso Miller – Ho una gamba infortunata e l’altra che non è al meglio, ho dovuto dare fondo alle mie energie per essere pronto per la gara di oggi. Avrei bisogno di riposare, tornare e recuperare, e invece ho dovuto rischiare al massimo, sono uscito come un pazzo e sono arrivato alla fine che ero quasi morto. Direi che per il mio primo oro olimpico e’ stato tutto perfetto". Non e’ andato tutto perfettamente, invece, per l’Italsci, che sino a metà prova aveva sognato con Dominik Paris, 20enne forestale di Val d’Ultimo (Bz), bravissimo nel registrare il secondo tempo in discesa. L’azzurro, proveniente dal Gruppo Pianeta Giovani Ratiopharm e particolarmente a proprio agio nelle discipline veloci, ha cercato di resistere fra i pali stretti, chiudendo in tredicesima posizione. Alla fine meglio di lui ha fatto Christof Innerhofer, ottavo complessivo ma poco soddisfatto della sua prestazione. "E’ stata una bellissima esperienza – il bilancio di Paris – Il secondo posto nella discesa fa capire che posso andare veloce, nello slalom devo ancora lavorare molto. Sono ancora giovane e voglio andare forte in tutte le discipline. A me piace sciare, non sono un grande appassionato degli allenamenti, ma so che bisogna farli per migliorare e li farò". Ritirati invece Peter Fill e Manfred Moelgg, con il secondo che ha dato segnali positivi in slalom prima di inforcare.

 

HOCKEY, SHOCK CANADA: GLI USA STENDONO LE STELLE DI CASA
Ma se Bode Miller chiama, Ryan Miller risponde. Gli Stati Uniti celebrano la domenica d’oro alle Olimpiadi di Vancouver 2010 con una doppietta dal sapore speciale. Detto del trionfo di Bode Miller nella supercombinata maschile (7 ori, 7 argenti e 10 bronzi nel medagliere a stelle e strisce), alla fine della ‘super sunday’, però, si godono soprattutto l’epilogo. Il piatto forte viene servito sul ghiaccio del Canada Place, dove va in scena ‘la’ sfida con i padroni di casa: non è la finale del torneo di hockey, è ‘solo0’ un match della prima fase. Vincono gli Usa 5-3: abbastanza per gonfiare il petto, gelare i 18.561 spettatori e far tremare i ‘cugini’ padroni di casa, spinti da un paese intero a caccia di un oro che ora appare un po’ più lontano. Qui l’eroe della serata è un altro Miller, Ryan. Il portiere dei Buffalo Sabres confeziona 42 parate e frena i padroni di casa. La doppietta di Brian Rafalski apre la domenica memorabile del giovane team statunitense che ha bisogno di soli 22 tiri per completare la cinquina con Chris Drury, Jamie Langenbrunner e Ryan Kesler. A poche ore dal 30° anniversario della storica vittoria contro l’Urss nella finale di Lake Placid ’80, gli Usa scrivono un’altra pagina memorabile vendicando almeno in parte la sconfitta nella finale dei Giochi casalinghi di Salt Lake City.
 

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