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Plushenko spodestato Si avvicina l’ora di Carolina

da Redazione

Vancouver, Evan Lysacek è il nuovo re del pattinaggio di figura. Ha spodestato lo zar Evgeni Plushenko, che ha accettato la sconfitta inaspettata lasciandosi andare ad affermazioni decisamente "toste" (tipo "questo non è più pattinaggio, è danza". Intanto c’è grande attesa per il debutto di Carolina Kostner, attesa martedì alla grande prova. E si sogna un’altra medaglia dal fondo.

Evan Lysacek è il nuovo re del pattinaggio di figura. Lo statunitense ha detronizzato il ‘marziano’ Evgeni Plushenko e ha conquistato la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Vancouver. Lysacek, 24 anni, era secondo dopo il programma corto. Nel libero, ha confezionato l’exploit che vale il titolo olimpico: 257,67 punti e primo posto. Plushenko ha chiuso a quota 256,36 e ha dovuto rinunciare al sogno di vincere un altro oro dopo quello di Torino 2006. Dopo la sua performance, il russo ha atteso il verdetto e non ha nascosto un pizzico di delusione quando la classifica finale ha preso forma. Il bronzo e’ andato al giapponese Daisuke Takahashi (247,23): prima medaglia nipponica nella storia del pattinaggio maschile. Lysacek, campione del mondo nel 2009 e quarto ai Giochi di 4 anni fa, ha deliziato il pubblico del Pacific Coliseum con un’esibizione perfetta. Nessun errore nella performance caratterizzata da 8 tripli, compresi 2 Axel. Al contrario di Plushenko, non ha tentato nessun quadruplo. ”E’ stata la mia migliore esecuzione di un programma libero in questa stagione -ha detto Lysacek prima ancora di conoscere il risultato finale della gara-. Era tutto l’anno che aspettavo di esibirmi a questo livello e l’ho fatto quando era più importante”. Plushenko ha impreziosito la sua prova con un quadruplo toeloop ma è stato penalizzato da un paio di sbavature. ”E’ stato grande”, ha detto il vincitore rendendo omaggio all’illustre avversario. Le tensioni e le polemiche che hanno caratterizzato la vigilia della gara, con le discussioni legate al nuovo sistema di punteggio, non sono svanite nemmeno a pattini fermi.
”Il nuovo sistema è un po’ diverso”, ha detto Plushenko riferendosi ai parametri che non valorizzano un quadruplo. ”Sono soddisfatto del mio programma. Ovviamente, non sono felice del risultato finale . Adesso ho 2 argenti e 1 oro olimpico. Non è così male”, ha aggiunto il russo ricordando anche il secondo posto a Salt Lake City nel 2002. ”Ero ottimista, pensavo di aver vinto. Ma ritengo che Evan abbia bisogno di una medaglia più di quanto non ne avessi io – ha proseguito con l’aiuto di un interprete-. Forse, è perché io già ne avevo una (d’oro, ndr). Non so se il campione olimpico non sa eseguire un quadruplo. Adesso non è pattinaggio, adesso è ballo”. Il futuro del 27enne ora è tutto da decifrare: ”Questa è stata la mia ultima gara? Non so, vedremo”. Come previsto, gli azzurri hanno chiuso lontanissimi dagli ‘alieni’ del ghiaccio. Samuel Contesti, con un totale di 187,50 (70,60 punti nel corto) si è classificato 18° posto. Paolo Bacchini, 20° dopo il programma corto, ha ottenuto 111,79 nel libero per un totale di 177,21 punti mantenendo la stessa posizione.

E’ QUASI GIUNTA L’ORA DI CAROLINA KOSTNER
Pattina per il gusto di farlo, per sé e in nome di quella grazia e leggerezza che è tornata a farle compagnia. Adesso scivola sulle lame liberata dalle pressioni di un tempo, finalmente grande dopo i passi incerti di Torino quando ancora poco più che una bimba le fu messa in mano la bandiera per rappresentare l’Italia ai Giochi di casa. Carolina Kostner da allora di chilometri ne ha fatti tanti, compresi quelli per trasferire la sua vita di atleta e di donna a Los Angeles, dove però ha ritrovato lo smalto della campionessa: adesso arriva a Vancouver con 23 candeline spente dieci giorni fa, esordirà martedì con il programma corto, e ancora più che nel 2006 è la regina più attesa. Sarà perché dopo un 2009 da cancellare, l’anno nuovo l’ha riportata tra le grandi: dall’europeo, passando per le Olimpiadi canadesi, fino al mondiale di Torino a marzo, nella prima parte del 2010 la star dei pattini si gioca molto. Un terzo è già andato alla grande, con il ritorno all’oro europeo, a Tallin, meno di un mese fa quando si è ripresa almeno il continente. Ora è la volta della carta dei Giochi, sprecata malamente a Torino dove soprattutto nel libero riuscì ad inanellare una serie di errori che la fecero chiudere al nono posto. I mesi californiani l’hanno cambiata molto: alla corte del guru del ghiaccio Frank Carrol, allenata nei salti e nella velocità da Christa Fassi, vedova di quel Carlo storico bronzo azzurro del pattinaggio agli europei del ’50, coccolata nel fisico da Andrea Benvenuti, ex campione europeo del mezzofondo ora suo fisioterapista, e nella mente dallo psicologo delle dive dello sport, Daniele Popolizio (già stratega dell’anima di Federica Pellegrini) Caro-la-ina, come la chiamano nella città delle stelle di Hollywood, si dice ”pronta”. Non deve smaltire il fuso perché arriva a Vancouver dallo stesso lato della costa americana: era tornata a Los Angeles subito dopo l’oro di Tallin, perché avuta la certezza della partecipazione olimpica (tenuta, solo virtualmente però, in sospeso fino alla prova europea per la sfida tutta nazionale con Valentina Marchei) si è ributtata a capofitto a lavorare per il grande appuntamento con i Giochi. ”Si è allenata senza pressioni” dicono i suoi più stretti confidenti. Tanta corsa, e poi sul ghiaccio a provare e riprovare le combinazioni più ardite, quelle per stare al passo con le rivali, le giapponesi Miki Ando e Akiko Susuki, la diva di casa Joanne Rochett, e ancora le americane. L’unica che al momento sembra di un altro pianeta e’ la coreana Yu-Na Kim, adottata dai canadesi, classe 90, campionessa del mondo in carica, all’esordio olimpico martedì prossimo con il programma corto del pattinaggio di figura femminile, capace di combinazioni ardite. ”Le avrò contro, ma se sto bene allora posso giocarmela – ripete l’azzurra – Io sono nata per pattinare, so sacrificarmi, non salto gli allenamenti e speriamo vada tutto bene”. In questi giorni ha visto stralci di Olimpiadi in tv, non si è persa l’esordio degli uomini dei pattini, con uno sguardo speciale al suo compagno di allenamenti Evan Lysacek. Arriva col suo baule di costumi preziosi: griffe al lavoro per lei, e trucco, capelli, per un look ineguagliabile. Il clima olimpico lo sente già: sa che avrà i riflettori addosso, ma non contro. Adesso che è libera di pattinare lo farà con la nuova gioia. Il secondo passo di una stagione in cui vuole tornare regina.

 

 

AZZURRI IN PISTA SOGNANDO BIS DOPO L’ARGENTO DI PILLER COTTRER
Il fondo azzurro sogna il bis. Dopo l’argento di Pietro Piller Cottrer nella 15 km a tecnica libera, l’Italia rimette gli sci per la pursuit in programma domani alle Olimpiadi di Vancouver. Al via, oltre a Piller Cottrer, anche Giorgio Di Centa, Thomas Moriggl e Valerio Checchi. Le condizioni fisiche del quartetto sono ottime: solo Checchi, fa sapere la federazione, si è sottoposto nelle ultime ore ad un’ecografia precauzionale per un leggero indolenzimento nella parte posteriore della coscia sinistra, ma la sua presenza al via della gara non e’ al momento in pericolo. ”Lo stato di salute generale dei ragazzi è buono. In queste Olimpiadi è difficile fare una programmazione precisa, occorre procedere gara per gara, ma sono soddisfatto per quanto stiamo facendo”, dice il direttore tecnico Silvio Fauner. "Negli ultimi quattro anni siamo andati sul podio alternativamente io e Di Centa, speriamo che questa bella abitudine prosegua”, dice Piller Cottrer. ”La forma c’è, il fondo della pista non è così bello come si potrebbe immaginare, ci saranno delle condizioni di neve molto bagnata”, aggiunge. Il passo alternato non creerà ”grossi problemi”. ”Non ho ancora trovato il giusto sci per il pattinato ma c’è tempo per farlo. Il percorso presenta parecchie insidie, come dimostra l’infortunio accaduto alla Majdic -dice ripensando alla caduta della slovena nella sprint femminile-. Stare in mezzo al gruppo diventa complicato perché sarà una gara combattuta, ho ancora fame e quando c’è da battagliare sono sempre pronto”.

 

IL MINISTRO ZAIA: IL ‘PARMESAN’ E’ ARRIVATO ANCHE ALLE OLIMPIADI
"Apprezziamo il lavoro che sta svolgendo il Consorzio del Parmigiano Reggiano a Vancouver per promuovere una delle nostre eccellenze più conosciute e più imitate al mondo. Il nostro Parmigiano Reggiano è una delle vittime preferite del cosiddetto ‘italian sounding’, cioè quella forma di concorrenza sleale che gioca sull’assonanza del nome, della grafica e dei colori delle confenzioni, per spacciare come ‘Made in Italy prodotti che in realtà, di ‘made in Italy’ non hanno niente". Il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Luca Zaia commenta il lavoro che sta svolgendo il Consorzio alle Olimpiadi canadesi. Alcuni rappresentanti hanno potuto constatare la presenza nella distribuzione di Vancouver di formaggi chiamati ‘parmesan’, una denominazione che in Europa è protetta e riservata al Parmigiano Reggiano ma che nei mercati extra europei viene utilizzato impropriamente. "E’ importante la nostra presenza alle manifestazioni sportive – ha aggiunto il Ministro – perché grazie allo sport ancora una volta abbiamo l’occasione di promuovere le nostre eccellenze in giro per il mondo. I Giochi Olimpici sono solo una tappa del percorso che abbiamo intrapreso da tempo in occasione dei grandi eventi sportivi”.

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