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Il legittimo impedimento spacca in due l’Italia

da Redazione

Silvio Berlusconi può dormire sonni tranquilli, almeno per 18 mesi. La Camera ha approvato il testo sul legittimo impedimento. Il provvedimento, che di fatto, congela i procedimenti giudiziari del premier e di tutti i ministri, ha fatto esultare la maggioranza, mentre l’opposizione è letteralmente imbufalita.

Il governo esulta, l’opposizione “insulta”. Il legittimo impedimento è, quasi, cosa fatta. La Camera dei Deputati ha votato a favore per l’approvazione del testo che sospende per un anno e mezzo, i procedimenti processuali di Berlusconi e dei ministri. Il prossimo passo spetta al Senato, ma con i numeri della maggioranza non si prospettano battute d’arresto per il controverso testo. La Camera ha approvato il legittimo impedimento con 316 voti favorevoli, 239 contrari e 40 astensioni. L’onorevole Cicchitto plaude al risultato ottenuto affermando “è un tassello per lo stato di diritto”. Sulla stessa frequenza d’onda il Guardasigilli Angelino Alfano “il legittimo impedimento non è un privilegio ma la possibilità di conciliare il diritto al processo e il diritto a governare, è la strada che concilia il diritto del cittadino presidente del Consiglio di difendersi nel processo con il dovere del presidente del Consiglio di svolgere il mandato a governare conferitogli dagli elettori”. Dopo la contestazione in aula dell’Idv con urla e cartelli del tipo “legittimo impedimento, legittima impunità”, il centro-sinistra è scatenato contro l’azione del governo. Per Bersani “tante norme non semplici, ma la gente capisce una cosa semplice, c’è di mezzo Berlusconi, un premier che non vuole farsi giudicare e tiene ferma l’Italia su questo punto in una folle guerra tra politica e giustizia”. Il segretario del Partito Democratico rilancia chiedendo a gran voce “un dibattito in diretta tv sui problemi degli italiani”. Ancora più determinato e rabbioso Antonio Di Pietro “diciamo no a questa legge porcata che umilia le Istituzioni, offende il Parlamento e il Paese e ha un unico mandante, il signor presidente Berlusconi. Una persona che il Paese farebbe bene a mandare a casa quanto prima”. Più pragmatica la visione dell’Udc, la quale ha adottato la linea dell’astensione. Michele Vietti, Presidente Vicario del Gruppo Parlamentare Udc alla Camera dei Deputati, spiega così l’azione del suo partito “le istituzioni sono paralizzate e questa paralisi danneggia il Paese. Senza più l’alibi dei processi Berlusconi deve pensare a governare, deve pensare alla crisi senza più la scusa di dover scappare dai giudici. Senza più questo alibi il governo deve affrontare il capitolo delle riforme”.
 

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