Home NotizieEconomia Il futuro dell’Alcoa si deciderà  l’8 febbraio,forse

Il futuro dell’Alcoa si deciderà  l’8 febbraio,forse

da Redazione

Il futuro dei dipendenti Alcoa rimane incerto. Tutto è rimandato al prossimo 8 febbraio, quando si riuniranno i vertici dell’azienda statunitense e le parti sociali. Inequivocabili le parole del ministro Scajola “il governo non permetterà una decisione unilaterale, Alcoa subirà tutte le conseguenze di una scelta improvvida”.

Rimane tesissimo e complicato il nodo Alcoa. Il colosso dell’alluminio americano, con 2 impianti sul territorio italiano, deciso a lasciare il Belpaese, mette in difficoltà il mondo della politica e migliaia di lavoratori. Tutto nasce da una recente decisione della Commissione Europea cha ha stabilito come illegale il contributo milionario (circa 900,ndr) dato, in questi ultimi 10 anni, dal governo all’azienda Usa per sopperire al costo energetico, maggiore in Italia rispetto al resto dell’Europa. I vertici dell’Alcoa hanno fatto sapere che senza agevolazioni sulla propria bolletta energetica, non c’è convenienza economica nell’operare nello Stivale e sono pronti a fare le valigie. Decisione questa destinata a far saltare qualche migliaio di posti di lavoro. L’Italia per tamponare l’emergenza, il 22 gennaio ha varato un nuovo decreto, il quale permettere alle aziende grandi consumatrici di energia, di ottenere notevoli sconti. Ora la palla passa a Bruxelles, il presidente Barroso, ha promesso che metterà il caso energetico all’ordine il 10 febbraio. Per l’8 è stato convocato un tavolo di discussione tra l’Alcoa, governo e sindacati per trovare una via d’uscita.
Il ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola affronta il caso a muso duro “una cosa deve essere chiara. Il governo non permetterà una decisione unilaterale. Alcoa subirà tutte le conseguenze di una scelta improvvida”. La Cgil nella peggiore delle ipotesi auspica che “se Alcoa non è in grado di garantire il futuro degli stabilimenti è giunto il momento che il Governo assuma una decisione drastica, commissionare l’azienda e trovare una soluzione industriale alternativa”
 

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