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Braccio di ferro tra Stati Uniti e Cina

da Redazione

Non c’è pace per Obama. L’annuncio dato dall’amministrazione Usa sul prossimo incontro tra il presidente americano e il Dalai Lama, ha scatenato la dura reazione di Pechino. Il governo cinese ha dichiarato che ritiene inaccettabile il faccia a faccia tra l’inquilino dalla Casa Bianca e il leader del popolo tibetano. Come ritorsione la Cina si dice pronta a boicottare, in sede Onu, le sanzioni a Iran e Nord Corea e a far saltare gli accordi su commercio e clima.

La Casa Bianca ha ufficializzato l’incontro tra Obama e il Dalai Lama. Pronta e dura la replica della Cina. Per il colosso asiatico si corre il serio rischio di compromettere le relazioni bilaterali e minaccia di boicottare alcune importanti risoluzioni dell’Onu. L’appuntamento tra l’inquilino dalla Casa Bianca e il leader del popolo tibetano, fissato per il 16 febbraio, mette a dura prova i rapporti tra le due super potenze. Dopo le diatribe su Google e sulla vendita di armi americane a Taiwan, il portavoce del Ministero degli Esteri cinesi ha dichiarato che è “fermamente contrario ad un qualunque contatto tra il numero uno degli Stati Uniti e il Dalai Lama, sotto qualsiasi pretesto o forma, per evitare di causare ulteriori danni alle relazioni sino-americane”. Da parte sua Washington ha fatto notare che Obama, durante il viaggio in Cina dello scorso anno, aveva fatto presente la cosa a Hu Jintao e che “relazioni fra i due Paesi sono mature abbastanza da lavorare nelle aree in cui vi sono preoccupazioni comuni, e discutere con franchezza e chiarezza dove vi è disaccordo”. Pechino come “arma” di dissuasione intima il ricorso al suo diritto di veto all’Onu, per bloccare le sanzioni all’Iran e alla Corea del Nord, e di far saltare gli accordi sulla lotta ai cambiamenti climatici e sugli squilibri della bilancia commerciale. Inoltre come ritorsione il governo cinese pensa di sanzionare le imprese a stelle e strisce che hanno venduto armamenti alla “provincia ribelle” di Taiwan. Pechino non è nuova a queste prese di posizione quando si tocca il tasto delicato della questione tibetana. Infatti negli ultimi 20 anni tutti i presidenti americani hanno ricevuto Tenzin Gyatso, XIV Dalai Lama, provocando parole durissime del governo cinese, ma nessuna azione concreta. Dalle parole passarono ai fatti invece con il presidente transalpino Sarkozy, reo di aver incontrato nel 2008 il leader tibetano in esilio. In quel caso Pechino annullò il summit con l’Unione Europea.
 

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