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Lo dice Consob: è psicoborsa

da Redazione

La psicologia applicata sui piccoli investitori interessa gli economisti (e la Consob). Che hanno una certezza: è psicoborsa.

Sarà un caso ma da quando è scoppiata la crisi e scoppiata anche la finanza comportamentale. La psicologia applicata alle scelte dei piccoli investitori che interessa sempre di più gli economisti e che in questi giorni ha ricevuto il crisma ufficiale addirittura dalla Consob. Ma anche la Fsa, l’Autorità finanziaria britannica, ad esempio, ha messo a punto circa un anno fa uno studio sugli stessi temi. Sul sito della Consob si può trovare una ricerca di Nadia Linciano sugli “errori cognitivi e instabilità delle preferenze” negli investimenti dei risparmiatori al dettaglio.
Tra gli errori più diffusi, il cosiddetto “home bias”, il pregiudizio a favore di ciò che ci è più vicino vale sul listino: si tende a privilegiare l’acquisto di titoli dai nomi più noti o addirittura i titoli della società per cui si lavora. Ma il piccolo investitore, afferma ancora la ricerca, tende anche a “movimentare eccessivamente il portafoglio”, specie “vendendo troppo presto i titoli con performance positiva e detenendo troppo a lungo i titoli con performance negativa”. Sembra che ci sia una percezione asimmetrica dei guadagni e delle perdite, e in questo modo non si arriva a un rendimento ottimale. Si giunge al paradosso – mostrato in alcune ricerche empiriche – che i soggetti più informati e che movimentano di più il loro portafoglio ottengono performance inferiori. Altro errore assai comune, fare previsioni ottimistiche – o viceversa pessimistiche – sull’andamento di quei titoli che nel recente passato hanno fatto meglio – o peggio – dell’indice di mercato, tendendo a ignorare il concetto di regressione verso la media.
 

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